Bioetica e servizio sociale: i contributi

Data:
28 Agosto 2012

La nostra riflessione muove necessariamente da una domanda: Perché un seminario sulla BIOETICA?
 
Il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Puglia ha molto dibattito sull’opportunità di dedicare – in varie sedi regionali, per consentire una partecipazione capillare – una giornata di riflessione sui temi della bioetica.
Materia generalmente ritenuta propria della medicina e, quindi, in senso stretto, delle professioni sanitarie.
 
Il sottotitolo del Seminario (“La relazione d’aiuto tra diritto all’autodeterminazione, tutela dei soggetti deboli e sostegno alla rete familiare”) ci aiuta a capire meglio le ragioni della scelta del Consiglio.
 
Come è noto, l’autodeterminazione – concetto centrale nella bioetica e nelle prassi ad essa connesse, spesso fonte di forti controversie nel dibattito politico – è un principio deontologico del Codice Deontologico dell’assistente sociale. Un principio posto a fondamento del rapporto fra il professionista e l’utente/il cliente:
 
Titolo III
RESPONSABILITÀ DELL’ASSISTENTE SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA PERSONA UTENTE E CLIENTE
Capo I
Diritti degli utenti e dei clienti
11. L’assistente sociale deve impegnare la propria competenza professionale per promuovere la autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto, favorendo l’instaurarsi del rapporto fiduciario, in un costante processo di valutazione.
 
Ma che cos’è la BIOETICA?
Generalmente usiamo come sinonimi concetti come “etica, morale, deontologia”.
Se recuperiamo il significato dei diversi lemmi, ci accorgiamo della complessità degli stessi, spesso frutto – come per tutte le parole – di stratificazioni storiche, vicende umane complesse, rituali normativi e sociali, concezioni filosofiche, politiche e religiose, ecc.
 
Vi è traccia di questi processi nei dizionari. Nel nostro caso, rinvio – ad esempio – ad un classico, come il Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano (ed. Tea, Torino 1993), leggendo il quale, scopriamo il fatto curioso che originariamente “deontologia” aveva un significato ben diverso e che etica e morale hanno varie accezioni:
 

 

Deontologia
Termine creato da Geremia Bentham (D. o scienza della moralità, pubblicata postuma nel 1834) per designare una scienza del “conveniente”, cioè una morale fondata sulla tendenza a seguire il piacere e a fuggire il dolore e che perciò prescinda da ogni appello alla coscienza, al dovere, ecc.
 

 

Etica
In generale, la scienza della condotta. Esistono due concezioni fondamentali di questa scienza e cioè: 1 quella che la considera come scienza del fine cui la condotta degli uomini dev’essere indirizzata e dei mezzi per raggiungere tale fine; e deduce sia il fine che i mezzi dalla natura dell’uomo; 2a quella che la considera come scienza del movente della condotta umana e cerca di determinare tale movente in vista di dirigere o disciplinare la condotta stessa.

 

 
Morale
  1. Lo stesso che etica.
  2. L’oggetto dell’etica, la condotta in quanto diretta o disciplinata da norme, l’insieme dei mores. […]
 
 

 

Morale
Questo aggettivo ha in primo luogo i due significati corrispondenti a quelli del sostantivo morale e cioè 1° attinente alla dottrina etica, 2° attinente alla condotta e quindi suscettibile di  valutazione M.: e, specialmente di valutazione M. positiva. […]
 
Ora, se a questi concetti (etica, morale, deontologia), aggiungiamo l’esame di bioetica, il nostro quadro si complica ulteriormente (cliccando in google la  parola, compaiono  milioni di rinvii/siti/link).
Leggiamo la definizione della “Treccani”:
 

 

Bioetica
Disciplina accademica e ambito di riflessione interdisciplinare [e PLURALISTA, aggiungerei io] che si occupa dell’analisi razionale dei problemi morali emergenti nell’ambito delle scienze biomediche, proponendosi di definire criteri e limiti di liceità alla pratica medica e alla ricerca scientifica, affinché il progresso avvenga nel rispetto di ogni persona umana e della sua dignità. (http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/bioetica/)
 
Se riflettiamo su questa complessità, dobbiamo sicuramene, come comunità professionale, rivolgere a noi stessi una autocritica: non abbiamo sinora dedicato sufficiente attenzione alla bioetica e ai temi ad essa correlati (ne è un esempio evidente il Dizionario di Servizio Sociale, pubblicato pochi anni fa dalla Carocci e che rappresenta una sintesi autorevole del nostro sapere, in cui la voce “bioetica” non compare).
 
Questa autocritica è necessaria se immaginiamo che in passato le tematiche della bioetica – con cui spesso assistenti sociali della mia generazione hanno avuto un impatto – sembravano esaurirsi in solo due grandi questioni: aborto ed eutanasia.
 
Oggi – per effetto soprattutto del dilagare delle tecnologie – potremmo/dovremmo applicarci ad elaborare un vasto catalogo di tematiche bioetiche.
Ad esempio: ingegneria genetica, fecondazione assistita, eugenetica, adozione di embrioni, cellule staminali, clonazione, affitto dell’utero, accanimento terapeutico, cure palliative, testamento biologico, comitati etici e/o di bioetica, ecc.
Per avere una idea precisa dell’ampiezza e vastità delle aree di vita di cui la bioetica si occupa basti vedere la mappa riportata nel sito web: http://www.istitutobioetica.org/images/MAPPA%20BIOETICA.pdf.
 
D’altro canto, l’esistenza di un Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), istituito sin dal 1990 con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, rende conto della pervasività delle questioni bioetiche in ciascun ambito della nostra vita.
 
Questa complessità ci interroga come comunità professionale!
É tale, quindi, la ragione per cui il nostro Consiglio dell’Ordine ha deciso di dedicare tanta attenzione alle questioni della bioetica.
 
Ma esiste anche un’altra ragione per la quale approfondire gli interrogativi che la BIOETICA genera e che investono la società, le singole persone, le coppie, le famiglie.
 
É a tutti nota la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale la SALUTE è uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale. Da questo punto di vista possiamo affermare che la salute – che non è la semplice assenza di malattie – è un BENE COMUNE.
 
Perciò la bioetica rinvia alla BIOPOLITICA:
 
Ambito della riflessione socio-politica sviluppatosi in relazione alle esigenze di tutela e promozione della vita presente e delle generazioni future; viene costantemente sollecitata dal dibattito pubblico sulle questioni bioetiche emergenti dalle istanze poste dalla libertà di ricerca scientifica e dal progresso tecnologico. Nella pratica si configura come momento istituzionale di confronto politico e di elaborazione culturale per garantire il bene comune secondo i principi di responsabilità, giustizia e solidarietà umana, nello sforzo democratico di conciliare l’esigenza di universalità dei valori etici e delle strategie politico-legislative con il pluralismo etico e culturale della modernità.
 
 
Non possiamo, in altri termini, come comunità professionale, non avere a cuore il bene comune. Dobbiamo quindi “incorporare” le tematiche della bioetica – tale è il senso di questo ciclo di Seminari promossi dall’Ordine – nel nostro lavoro quotidiano a favore di singole persone, famiglie, gruppi, comunità.
 

 

Antonio Nappi

 

le registrazioni video di alcune relazioni degli intervenuti alle giornate di convegno

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Sono disponibili alcuni contributi scritti dei relatori partecipanti alle tre giornate di convegno:

Il problema del miglior interesse del minore nelle scelte di cura – Il caso delle terapie intensive neonatali Roberta Di Canio (Bari – Fogiia – Lecce, 09-11-14/05/2012) Gli approfondimenti di questo tema sono trattati nel volume dello stesso autore: “

La disperata ricerca della certezza – Criteri etici di orientamento nelle terapie intensive neonatali” _____________________________________________________________________________ La relazione d’aiuto tra diritto all’autodeterminazione, tutela dei soggetti deboli e sostegno alla rete familiare L’Agabbadora Rita Lemme (Foggia 11/05/2012) _____________________________________________________________________________ L’esperienza di cura nelle situazioni estreme: un dialogo a tre voci e uno sguardo al codice deontologico Enza Gigante (Lecce 14/05/2012) _____________________________________________________________________________ Il ruolo dell’Assistente sociale in hospice: considerazioni di un’esperienza personale Giuliana Negro (Lecce 14/05/2012) _____________________________________________________________________________

Ultimo aggiornamento

27 Giugno 2016, 17:02