Tra responsabilità e solidarietà

Data:
1 Marzo 2011

 

In un tempo non molto lontano abbiamo avuto la possibilità di soffermarci a discutere su quanto fosse importante l’applicazione reale dei principi Costituzionali. La nostra professione si è sviluppata anche all’interno dei dibattiti politici, che hanno portato il nostro Paese a sperare di realizzare quanto già dai tempi di Carlo Cattaneo si stesse approfondendo intorno al sistema federativo. Infatti in Cattaneo ritroviamo il concetto di città come nucleo originale dello Stato, in quanto è in essa che i rapporti sociali si integrano nella complementarietà delle varie capacità degli uomini, e che si armonizzano e istituzionalizzano nella legge. L’attività legislativa degli ultimi anni ha permesso alle città di riappropriarsi del loro vero ruolo sociale e politico, evolvendo verso un sistema federativo, dove i moderni diritti del cittadino hanno consolidato e valorizzato le autonomie locali.

Ed è tra i moderni diritti che si impone il diritto all’assistenza che diventa diritto esigibile e, come

tale, deve essere assicurato con finanziamenti certi, e quindi vincolati, con la promozione di un sistema locale di opportunità e servizi sociali alle persone e alle famiglie. Al fine di evitare divaricazioni tra un diritto proclamato e diritto effettivamente esigibile è opportuno procedere, in ambito di programmazione regionale e locale, alla individuazione di difficoltà che richiedono interventi assistenziali garantiti e standard di servizi e prestazioni atti a tutelare efficacemente le posizioni soggettive, oltre che a rendere effettivamente esigibili  i diritti riconosciuti. In questo quadro si colloca il Federalismo Fiscale, la cui legge 42/09, in attuazione dell’art.119 della Costituzione, apre una nuova prospettiva tra i diversi livelli istituzionali, partendo dal finanziamento di funzioni pubbliche fondamentali e dei livelli essenziali di assistenza.

Il Federalismo Fiscale ricalca la responsabilità amministrativa, finanziaria e contabile, la lealtà istituzionale, la razionalità e la coerenza a tutti i livelli di governo. Il Federalismo fiscale impone una  seria riflessione sui livelli essenziali di assistenza che nelle politiche sociali, a differenza del Sistema

Sanitario Nazionale, non ha ancora raggiunto una elaborazione e definizione condivisa. Mancano infatti, informazioni di quali siano, nelle varie Regioni, i livelli attuali di erogazione dei servizi; manca sinergia tra le diverse fonti di finanziamento degli interventi. Diventa necessario compattare le misure di contrasto delle povertà che attualmente sono estremamente frammentate e disorganiche (social card, bonus gas –elettricità, assegno di natalità, assegno per i tre figli, ecc.) L’attuazione del federalismo chiaramente implica modifiche ai meccanismi finanziari tra Stato, Regione ed Enti Locali. Si assiste oggi a finanziamenti una tantum per soddisfare diritti esigibili, ciò non può essere utilizzato per livelli essenziali, ossia per interventi che vanno garantiti costantemente, e crea problemi per gli Enti gestori laddove l’iniziativa finanziata accende successivi costi di mantenimento, che non sono più garantiti dopo l’avvio.

Saranno i decreti attuativi  previsti dalla legge delega 42/09 a dirci quale sarà il futuro della politica sociale, ad indicarci i percorsi e le soluzioni operative, a suggerirci come dovremo coniugare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà tra le Regioni e nella Comunità Locale.

Ultimo aggiornamento

16 Maggio 2016, 23:18