Quando e quanto è efficace il servizio sociale?

Data:
8 Dicembre 2012

La necessità di sviluppare la evidence practice anche in Italia, come avviene da qualche anno nel resto di Europa soprattutto nell’area sanitaria, risiede nella esigenza sostanziale di rendere visibili i risultati di un lavoro, sicuramente articolato e complesso, ma spesso oggetto di critiche sulla sua “evanescenza” o intangibilità.

Mai come in questo momento di crisi, che motiva la riduzione dei sistemi di protezione sociale, è necessario dimostrare l’utilità del nostro lavoro e la rilevanza anche economica del “fare sociale”.

L’approccio all’esercizio fondato sull’evidence  based practice (pratica  basata sulle evidenze scientifiche, acronimo E.B.P.) consente al singolo operatore/professionista  che lo utilizza di convertire progressivamente il bisogno di informazione in precisi quesiti per i quali attiva un percorso di ricerca documentale che fornisca evidenze valutabili sul piano metodologico e la loro applicabilità; infine le utilizza nella propria attività professionale.

A partire da tale approccio, in Italia recentemente sono stati attivati (grazie all’iniziativa della Fondazione Zancan di Padova) specifici gruppi di ricerca sulla valutazione di esito con lo scopo di sostenere le capacità degli assistenti sociali di utilizzare le prove di efficacia nel lavoro con l’utenza.

Ciò con la consapevolezza, tipica dei sistemi professionali, che il sapere scientifico trova le basi per il suo sviluppo non in contenuti definitivamente acquisiti ma nei processi continui ed incessanti di ricerca di nuove teorie, metodologie ed ipotesi in grado di falsificare quelle esistenti e di sostituirsi a queste in quanto più avanzate e rispondenti alla spiegazione dei dati relativi a fenomeni osservati.

La valutazione degli esiti degli interventi professionali degli assistenti sociali può rivelarsi come uno dei principali strumenti di legittimazione e sviluppo della professione, per per vari motivi:
  • ne sancisce l’utilità sociale in quanto rende visibili i risultati dell’azione professionale sia agli stessi utenti sia all’esterno;
  • offre una base di una maggiore scientificità ai processi di aiuto, rendendo visibile, misurabile e socializzabile l’utilità e l’efficacia del proprio lavoro;
  • prelude alla costruzione di evidenze scientifiche, quale garanzia di omogeneizzazione degli interventi e di maggiore successo nelle decisioni da prendere;
  • aumenta la consapevolezza dei risultati raggiunti in termini di quantità e soprattutto qualità del lavoro svolto.
L’esperienza della valutazione costruisce fiducia, perché valorizza la capacità di raggiungere obiettivi e risultati, produce cambiamento e innovazione, dà spazio a nuove idee. Insomma, è un forte motore motivazionale, perché nutre in modo genuino la consapevolezza, oggettivamente fondata, della positività del proprio lavoro.
L’obiettivo della seminario di studio promosso dall’Ordine degli Assistenti Sociali di Puglia è  quello di condividere un orientamento metodologico, far crescere il bisogno di rendere visibili e misurabili gli interventi professionali e aprire spazi di ricerca per l’ individuazione di indicatori e descrittori  di servizio sociale.
Le prenotazioni per l’evento saranno a aperte da lunedì 10 dicembre
Per maggiori info vai alla pagina.

Ultimo aggiornamento

16 Maggio 2016, 23:58