Cercando un'ancora per i minori

Data:
29 Marzo 2012

Chideria è nata in Libia il 6 maggio 2011 ed è l’unica sopravvissuta tra i bimbi del suo barcone approdato il 4 agosto. I piccoli compagni di viaggio sono morti uno dopo l’altro.

Chideria l’hanno liberata con i genitori nigeriani soltanto dopo tre settimane di permanenza nel Centro di detenzione di Lampedusa. Così piccola si è fatta 20 giorni di reclusione. Si è anche ammalata. Un certificato sanitario di Medici senza frontiere che riscontrava sintomi persistenti di bronchite, pus dagli occhi e punture da insetto multiple è rimasto inascoltato fino a mercoledì 24 agosto. Sono stati necessari un esposto legale e l’intervento del Tribunale per i Minorenni di Palermo>>.

E’ uno dei racconti di Alessandra Ballerini, avvocato, che nell’incontro di Bari con un centinaio di assistenti sociali e operatori dei servizi ha alternato descrizioni di “lucida follia istituzionale”, in cui si è direttamente imbattuta a Lampedusa, con riferimenti a norme e provvedimenti utili a seguire la problematica dei minori stranieri non accompagnati.

Terre des Hommes ha denunciato più volte le inumane condizioni a Lampedusa, dove si assiste alla prolungata e illegittima permanenza di bambini e ragazzi migranti nel CSPA che li espone giornalmente alla violenza derivata dall’esasperazione delle centinaia di persone rinchiuse e in costante attesa di trasferimento.

<<Non è più ammissibile che bambini piccoli possano anche solo incrociare il loro sguardo con adulti esasperati, intenti a tagliarsi braccia e gambe con lamette, così come non è accettabile che i minori possano essere colpiti com’è già successo, anche solo per sbaglio, dal lancio di sassi durante rivolte che scoppiano sempre più frequentemente dentro le mura di quei Centri che si insiste nel voler chiamare di ‘accoglienza’ e ‘soccorso’>>, ha denunciato Federica Giannotta, responsabile del progetto FARO.

Oltre alle tristemente note condizioni igienico sanitarie che più volte Terre des Hommes ha segnalato alle autorità competenti, occorre denunciare la promiscuità in cui si trovano minori, famiglie con bambini e altre categorie vulnerabili come disabili, malati e richiedenti asilo, spesso presenti nel cosiddetto “gabbio” – zone chiuse dei centri in cui le organizzazioni umanitarie non possono entrare – invece che in reparti loro dedicati, adeguati alle loro esigenze, come prescrive la normativa.

Il seminario tenutosi a Bari il 5.03.2012 ha visto la presenza anche del Consigliere nazionale Maria Billè, facente parte della commissione itinerante insediata dall’Ordine nazionale per indagare e seguire il problema dei minori straneri non accompagnati a seguito dell’emergenza sbarchi dal nord africa della scorsa estate.

Quest’Ordine regionale ha fortemente auspicato una tappa in Puglia per la rilevanza del fenomeno che ha coinvolto la nostra regione e che è stato oggetto di un “appello” lanciato a mezzo stampa sulla sorte dei minori coinvolti nell’emergenza, ha ricordato il Presidente De Robertis, evidenziando anche che la politica italiana non ha dimostrato certo senso di umanità su tali questioni, come anche gli organismi europei hanno di recente stigmatizzato condannando l’Italia per la pratica inumana dei respingimenti.

Il seminario  ha consentito di avere uno scambio diretto fra gli operatori che si occupano dell’accoglienza di minori con gli esperi di Terre des Homme, evidenziando dubbi, incertezze e prassi quotidianamente adottate dai servizi sia istituzionali che di privato sociale, offrendo una conoscenza più completa del quadro normativo e procedurale che deve guidare e supportare gli operatori in questa delicata attività.

rendiamo disponibile del materiale documentale e di approfondimento tematico, ed in particolare un utilissimo MANUALE sulla prassi di accoglienza e sostegno.

 

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Ultimo aggiornamento

27 Giugno 2016, 16:03