L’ondata migratoria e le preoccupazioni dell’Ordine

Data:
14 Gennaio 2012

Il fenomeno migratorio che da tempo vede coinvolta l’Italia merita tutta l’attenzione possibile, per cogliere la gravità del problema nel suo complesso, che merita adeguate risposte politiche ed istituzionali, evitando il rischio di ogni forma di “assuefazione” alla sofferenza e alla morte. E’ un succedersi impressionante di racconti e notizie di tragiche traversate del mediterraneo, di carrette cariche di corpi ammassati, che spesso giungono cadaveri sulle nostre coste. E quando si approda sul suolo italiano… il viaggio della sofferenza non sembra terminato.

L’Ordine regionale pugliese, lo scorso aprile, ha deciso di richiamare l’attenzione di tutti gli organi di stampa  e dei cittadini diramando un comunicato stampa quale forma di appello alla responsabilità istituzionale e alla tutela dei diritti dei più deboli.

 
Questo il testo:
 

[box] Gli sbarchi continui a Lampedusa di immigrati/profughi preoccupano i cittadini e le istituzioni di Lampedusa ma anche di altre regioni e di altri Centri di Accoglienza già al completo come Manduria, per la difficoltà di offrire un’ accoglienza dignitosa e umanitaria ai migranti. La numerosità dell’esodo determinata dalla situazione conflittuale del nord Africa ha trovato impreparati gli enti locali e lo Stato,  con il rischio che in tale confusione non si individuino e contrastino traffici illeciti. Sono proprio questi ultimi  a preoccupare gli Assistenti sociali  che si interrogano non solo sulle condizioni di accoglienza, ma anche sul rischio che, soprattutto i più deboli, cioè i minori/adolescenti, in questa confusa operazione “umanitaria”, possono correre. Si parla  di 400 minori sbarcati a Lampedusa e scomparsi. La denuncia arriva dal Procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, intervenuto a un convegno sul tema della tratta delle immigrate e sullo sfruttamento della prostituzione. «Alcuni di loro – ha detto – sono stati trovati con dei bigliettini sui quali c’era scritto il numero di un referente al quale collegarsi e che, probabilmente, fa capo a qualche organizzazione criminale». Non possiamo consentire che ciò avvenga. Pertanto rivolgiamo un appello alle istituzioni, agli enti locali e alle organizzazioni umanitarie che affiancano le operazioni di identificazione degli immigrati, di accogliere i ragazzi/minori, soprattutto se non accompagnati, di procedere alla loro identificazione, di non perderli di vista, ma di seguirli nei loro percorsi di riavvicinamento ai famigliari, ovunque essi siano.
 

Bari, 02.04.2011


Dott. Giuseppe De Robertis / Presidente
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Ultimo aggiornamento

14 Gennaio 2012, 20:06