In ricordo di Carmela Giordano

Data:
14 Gennaio 2012

(3 aprile 1947 – 3 novembre 2000)

Fondata una Associazione di Promozione Sociale

 

A 11 anni dalla scomparsa di Carmela Giordano il ricordo del suo operato rimane integro, se non rinforzato dalle nuove prospettive di osservazione che il passare del tempo ci induce inesorabilmente ad assumere.

Una riflessione sulla figura ed il contributo di Carmela diviene così doverosa, sentita e quindi indispensabile, a beneficio sia dei fortunati che hanno avuto modo di conoscerla e di interagire con lei, sia di tutti coloro che operano oggi nel settore dei Servizi sociali e socio-sanitari.

Esistono varie modalità per accostarsi alle azioni svolte dalle grandi persone.

La prima (e forse più praticata) è quella frontale: si esamina il lavoro svolto ed esso ci risponde e ci parla di sé, delle realizzazioni effettuate, dei risultati raggiunti, dei metodi inventati e applicati. Da tutto ciò emerge una configurazione spesso abbastanza precisa delle attività svolte, ma rimane sempre e comunque una sorta di distacco fra la persona e noi. È come osservare attraverso la lastra di vetro unidirezionale di un laboratorio ed inevitabilmente ne risulta un qualcosa di freddo e di distante. Alla fine possiamo disporre di un elenco, una cronistoria, una documentazione, ma rischia di sfuggirci il profondo significato di quello che la persona – col suo agire – ha immesso nel sistema in cui ha operato, trasformandosi e trasformandolo, in un continuo processo di co-costruzione.

Un’altra modalità è quella definibile come relazionale: si esamina il lavoro svolto in relazione a noi, alle nostre esigenze, alle nostre visioni, alla nostra capacità di comprendere e di appropriarci dell’insegnamento ricevuto, al nostro operare nei Servizi Sociali durante il continuo mutare di obiettivi e problemi.

Questa seconda modalità di approccio ci consente di accostarci autoriflessivamente all’operato di Carmela e, come attraverso un vetro riflettente bidirezionale, di colpo ci accorgiamo che mentre osserviamo lei, nello stesso tempo stiamo osservando anche noi stessi. Si tratta, quindi, di svolgere una riflessione attraverso le azioni di Carmela e cioè sul come il suo agire si è riverberato in noi e ci ha aiutato a migliorare le nostre modalità di pensiero e di azione. Si tratta di capire come il suo operato ha contribuito a migliorare il nostro modo di intendere quali sono le idonee modalità di interazione e di comportamento nell’ambito dei Servizi Sociali, allo scopo di fornire tutti i miglioramenti possibili alle condizioni attuali di vita sociale.

È una riflessione su cosa Carmela ci ha insegnato e sul come e sul quanto noi siamo stati capaci di recepire ed interiorizzare tale insegnamento e di applicarlo dinamicamente ai continui cambiamenti delle condizioni in cui ci troviamo ad agire.

In questa ottica relazionale diventa facile ed importante affermare che Carmela ci ha insegnato a puntare sulla competenza professionale, che deve essere acquisita, difesa, maturata e fortificata nel tempo con grande volontà, senza dare mai per scontato, né per acquisito il livello di volta in volta raggiunto, con una costante tensione verso la realizzazione di progressivi miglioramenti-riadattamenti del patrimonio di conoscenze e pratiche faticosamente conquistato.

Questi principi hanno ispirato il suo contributo scientifico sin dai primi lavori, pubblicati agli inizi degli anni ’80 sulla “Rassegna di Servizio Sociale”, autorevole periodico del quale ella diventa corrispondente.

Nel suo complesso itinerario di ricerca è possibile enucleare almeno tre aree:

l’attenzione al livello organizzativo della realtà dei Servizi socio-sanitari;

le questioni dell’efficienza/efficacia delle prestazioni e del contributo specifico della figura professionale dell’assistente sociale;

lo sforzo di introdurre nel dibattito culturale del Servizio Sociale italiano la riflessione di autori anglosassoni e del Canada.

Per molti versi, il libro Gestione manageriale e sviluppo per progetti. Un percorso innovativo per i servizi sociali, scritto insieme all’ingegnere Mario Nicola Misino e pubblicato per i tipi di Liguori (Napoli 1998), nella collana diretta da Lia Sanicola, rappresenta una sintesi efficace della complessità dei temi che sempre hanno caratterizzato la sua produzione analitica. Si tratta, non di meno, di un lavoro che  apre itinerari nuovi di ricerca e di riflessione, secondo la sua vocazione a leggere il ruolo e le funzioni del Servizio Sociale e dell’operatore assistente sociale in forme dinamiche e rispondendo – in termini di qualità e di efficacia/efficienza – alle sfide della riforma del Welfare. Per questo non appare casuale la decisione di scrivere un libro con una figura “tecnica”, portatrice ed espressione di un tipo di cultura, di sapere e di expertises, non abitualmente contigui all’insieme delle conoscenze e delle pratiche professionali degli operatori dei Servizi socio-sanitari.

Per generare memoria attiva della sua testimonianza umana e del suo pensiero è nata in questi giorni l’ “Associazione di Promozione Sociale Carmela Giordano”, che si propone di tenere vivo il suo insegnamento in una prospettiva di crescita della cultura e del patrimonio dei saperi della comunità professionale degli assistenti sociali e di tutti gli attori del Welfare.

Associazione di Promozione Sociale Carmela Giordano

Ultimo aggiornamento

14 Gennaio 2012, 22:22