Via Città di Bari

Data:
20 Aprile 2009

“ Via Città di Bari” è l’indirizzo scritto sul documento d’identità delle persone senza fissa dimora.
Letto in senso antropologico può sembrare quasi poetico, inteso come appartenente alla città, alla comunità tutta, ma così non è. Dietro questo indirizzo si cela un immenso mondo di disagi, solitudini, rotture, incomprensioni e perché no, di “scelte” in alcuni casi.
Ed è proprio in questo mondo che nel suo agire professionale  il Servizio Sociale  è chiamato ad intervenire nella complessità e nella frammentazione di cose della vita quotidiana che ruotano  intorno alla strada, alla cosiddetta “ bassa soglia”.
La legge regionale n 19/2006 (con il successivo regolamento n 4/2007)  tra le persone con  fragilità sociale, contempla i senza fissa dimora. Una risposta all’emergenza delle problematiche di cui sono portatori è il Centro  di  Pronta Accoglienza Notturna.
L’intento principale è quello di creare intorno all’utente una “rete” che faccia da ponte tra lo stesso, ed i Servizi territoriali ai quali spesso si è avvicinato solo per chiedere interventi di natura economica o ai quali non si è mai rivolto. Pertanto l’invio al Servizio e dal Servizio è un passaggio fondamentale per pianificare l’intervento di carattere professionale.
Quando la persona giunge  al Servizio è sicuramente in un momento della sua vita in cui ha perso le speranze di  cambiamento,  ha reciso i legami con la sua famiglia o con altri tipi di relazioni sociali o ha trascorso lunghi anni per strada o non è in regola con i documenti di soggiorno, ecc ecc.
Analizzare il  bisogno vuol dire entrare in un labirinto, si devono  ricostruire anni di percorsi iniziati ed interrotti o talvolta mai iniziati, pertanto dopo aver condiviso alcuni dei possibili interventi inizia la parte pratica che ha lo scopo di rendere protagonista la persona nel progetto di  responsabilizzazione e autodeterminazione  che  parte proprio dalle cose  minime ed essenziali.
Il lavoro di accompagnamento sociale è fondamentale e rappresenta la prassi quotidiana del lavoro con le persone senza fissa dimora, esso è inteso sia  in senso progettuale, che operativo-concreto.
La risoluzione del progetto è lunga e in alcuni casi di difficile realizzazione, si può intenderla con diverse modalità: l’eliminazione delle cause  che hanno dato origine ai percorsi di esclusione sociale ed inserimento nel tessuto della vita comunitaria e lavorativa ne rappresenta l’apice, ma a volte  l’imprevisto è dietro l’angolo ed un’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e/o produzione dei documenti personali possono rivelarsi gli unici e soli momenti di un embrionale percorso di integrazione. Questo è il terreno che l’assistente sociale incontra da sempre nel suo lavoro  e in qualunque settore d’intervento, ancor di più con le persone senza fissa dimora dove l’incognita del futuro impone cambiamenti programmatici continui.
Le “storie” incontrate sono molteplici, ma brevemente mi soffermo su due significative, simili tra loro, ma diverse  nelle sfaccettature, i protagonisti sono entrambi anziani,  la prima storia si  risolve positivamente, la seconda è ancora in corso e si distingue per l’estenuante  tentativo svolto con tutti gli sforzi di coinvolgere nel processo d’aiuto l’ospite.
C.M. ha 66 anni è rimasta vedova molto giovane, non ha figli, ha solo due sorelle che però hanno la loro vita , la loro famiglia e che non hanno alcun desiderio di prendersi cura di lei, ma spesso non è dato sapere e conoscere i motivi reali e così per un gioco strano della vita, M. inizia la vita dei senza fissa dimora.
Mangia dove capita alle varie mense, non si prende cura di sé, trascura alcuni aspetti importanti della sua salute, trascorre le sue giornate per strada. Entra ed esce dal Centro in quanto a volte riesce a farsi ospitare per brevi periodi dalle sorelle vivendo brevi momenti di vita famigliare  ma queste convivenze, falliscono puntualmente. M. ritorna per strada e presso il Centro Notturno. Tutte le volte si riprende da dove si è lasciato, si contattano  i Servizi di riferimento si progetta l’intervento e finalmente dopo molto tempo e forse anche dopo il “suo” tempo si riesce ad inserirla in una Casa di riposo per anziani. Il “suo” nel senso che a volte il punto di svolta è rappresentato dalla situazione di degrado e disagio tali, da non essere più gestibili dall’utente e quindi solo allora si riesce a reinserirli  nel tessuto sociale.

N.A. ha 64 anni, vive per strada da anni in seguito alla rottura dei legami famigliari che hanno determinato l’allontanamento dal nucleo famigliare e dall’abitazione. I rapporti con la moglie ed i figli sono del tutto inesistenti e irrecuperabili, la sua unica fonte di reddito è rappresentata da lavori saltuari, il cui ricavato è dato ad un suo amico che lo ospita quotidianamente per il pranzo. N. è alcooldipendente e soffre di patologie correlate all’alcool, la sua vita di senza fissa dimora è collaudata e scorre tranquillamente da così tanto tempo che risulta difficile realizzare il processo di sensibilizzazione e presa di coscienza. Nei pochi momenti di lucidità tra una sera e l’altra tra la consegna delle lenzuola e del bagnoschiuma, a termine di una giornata trascorsa per strada, si cerca di renderlo protagonista del  percorso di consapevolezza che verte innanzitutto sul recupero dello stato di salute compromesso da tanti fattori, ma soprattutto dalla trascuratezza. E così come un boomerang, si lancia l’idea di un inserimento in un contesto protetto, adeguato a tutelare la sua persona. I suoi grandi occhi lucidi e ridenti celano il disappunto e  ti dicono che se ne riparlerà un’altra sera…….
Questo è proprio il caso in cui il setting operativo si plasma sulle esigenze insite ai senza fissa dimora, ma poco importa, lo scopo è avviare il processo d’aiuto che restituisca dignità alla persona.

 

“…difficile non è nuotare contro la corrente, ma salire al cielo e non trovarci niente…” ( Lindbergh di I. Fossati) ….rivolto a coloro che lavorano quotidianamente con le difficoltà e a coloro che sono in difficoltà.

 

Ultimo aggiornamento

20 Aprile 2009, 12:41