Data:
10 Aprile 2013

Ancora una volta al centro degli articoli di cronaca nera vi è il fenomeno della violenza a danno degli Assistenti sociali.
Lo scorso 6 aprile l’ennesimo episodio di aggressione verbale e fisica ha visto coinvolta una collega del Comune di San Pietro Vernotico (BR), B. D’Alessandro. La stessa è stata vittima dell’azione sconsiderata di un 47enne che ha cercato di colpirla ripetutamente al volto e alla pancia con un coltello. Solo l’intervento fortuito di un’altra utente presente, che ha invocato aiuto, ha evitato che il fatto avesse esiti più tragici oltre alle ferite al collo riportate.
Il Presidente De Robertis, a nome dell’intero Consiglio dell’Ordine, ha espresso piena solidarietà alla collega ed ha inviato una nota al Sindaco del Comune.
A questo si aggiungono i recenti numerosi episodi di violenza denunciati dai collgehi del settore Socio-sanitario del Comune di Andria,  i quali hanno richiesto l’intervento dell’Ordine e dell’ente di appartenenza affinchè siano prediposte misure minime di sicurezza negli uffici.
Il ripetersi sempre più frequente di episodi di violenza verbale e fisica a danno dei professionisti dell’aiuto merita la giusta attenzione da parte delle istituzioni competenti.
Non è ammissibile che la violenza venga considerata un aspetto intrinseco o effetto collaterale, in primis del lavoro e poi della relazione di aiuto che si instaura fra utenti e Assistenti sociali.
Il Servizio sociale professionale si confronta con la sofferenza altrui ma non può ammettere  o giustificare qualsiasi forma di violenza, che invece dileggia l’istituzione rappresentata e incrina la relazione d’aiuto svuotando di senso il servizio sociale.
Nessun dipendente può essere esposto a rischi per la sua incolumità personale, anzi è dovere del datore di lavoro consentire che ogni lavoratore possa svolgere serenamente e adeguatamente la propria attività.

 

 

Ultimo aggiornamento

10 Aprile 2013, 23:40