Assistenza sanitaria territoriale e servizio sociale

Data:
30 Agosto 2012

Al Consiglio Nazionale ed ai Consigli regionali

 

Apprendiamo da organi di stampa di una imminente riforma dell’organizzazione della medicina di base, su proposta del Ministro Balduzzi, che prevede la creazione di gruppi di professionisti (MMG) che potranno lavorare anche con altri specialisti, in una sorta di maxi- ambulatorio operativo 24h su 24.

Riteniamo opportuno far presente come tale iniziativa governativa possa essere una opportunità anche per gli Assistenti sociali, qualora previsto nel provvedimento in questione, perché siano assicurate prestazioni di Servizio sociale a supporto della medicina preventiva e/o riabilitativa.

Questo CROAS aveva già avuto modo di evidenziare, in più occasioni di studio e confronto regionale e interregionale, l’importanza di valorizzare un modello di sanità che privilegi il territorio anche quale soluzione ai rilevanti costi di un sistema sanitario spesso impegnato sul fronte di “domande incongrue” che invece un “approccio sociale” consentirebbe di correggere sul nascere.

Alla Regione Puglia è stato suggerito di seguire l’esempio della Regione Veneto che, mesi addietro, con propria delibera ha imposto agli studi associati di medicina generale la presenza di un Assistente Sociale.

Una soluzione utile a realizzare un’ anamnesi sociale di tutti i pazienti (specie quelli a rischio), con contestuale “fotografia” della rete familiare e delle risorse attivabili in caso di necessità: per evitare ricoveri impropri delle fasce deboli (anziani, disabili, bambini), per rendere diffusamente praticabili le cure domiciliari, per agevolare i processi di recupero e riabilitazione.

Tale ipotesi operativa (d’iniziativa governativa o d’indirizzo per la conferenza Stato-Regioni), con esplicito raccordo al ruolo e alle funzioni di un Servizio Sociale professionale Asl, costituirebbe un interessante contributo all’implementazione di un sistema capace di dare risposte più vicine alla vita e alla salute dei cittadini.

Inoltre, rappresenterebbe un motivo di valorizzazione del Servizio Sociale professionale in ambito sanitario e, nondimeno, una opportunità occupazionale per gli Assistenti sociali.

Si valuti l’opportunità di un intervento presso gli organi competenti, qualora la proposta risulti condivisibile.

Ultimo aggiornamento

2 Ottobre 2017, 17:17