Esposto al CNOAS

All’Ufficio di Presidenza

Alla Commissione Etica e Deontologia CNOAS Roma

p.c. Presidente CROAS Puglia Bari

Oggetto: esposto nei confronti della Presidente Croas Campania e della Presidente Croas Sicilia

 

La sottoscritta Franca Dente, già Presidente del Cnoas, prima di procedere ad altre azioni più dirette e specifiche, intende segnalare e esporre all’Ufficio di Presidenza e alla Commissione etica e deontologia del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali il comportamento posto in essere da due assistenti sociali, che ricoprono cariche di rappresentanza all’interno della Comunità professionale, a danno dell’immagine della sottoscritta.

L’esposto ha l’obiettivo di segnalare tale comportamento palesemente in contrasto con la deontologia professionale, tanto più perché messo in essere da due esponenti di rilievo dell’Ordine( presidenti di Croas), e di conoscere la posizione del Cnoas nel merito della questione specifica, di fronte a chiari atteggiamenti discriminatori, di abuso di potere che di seguito si vanno ad esporre e che si evincono dalla documentazione allegata (richiesta di accesso agli atti inoltrata al CROAS Puglia il 25 ott. 2012).

In maggio scorso la sottoscritta è stata informata che il gruppo dei Croas dell’area sud (Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia) aveva commissionato alla Ditta B.B.C. di Roma una proposta di formazione a distanza FAD su temi deontologici chiedendo anche di indicare formatori iscritti nel registro del CNOAS, che avessero avuto esperienze di formazione nazionale.

La ditta B.B.C. ha presentato una proposta di formazione a distanza con il sistema e-learning con un rosa di nomi di formatori accreditati, tra cui il mio nome, rispondenti ai criteri richiesti e i relativi argomenti che i Croas dell’area sud hanno valutato e discusso il 26 maggio 2012 (presenti Campania, Calabria, Sicilia).

Non appena letto il mio nome tra la rosa dei formatori la Dott.ssa Lo Bianco, Presidente Croas Sicilia, e la dott.ssa Molinaro, Presidente del Croas Campania, hanno immediatamente messo il veto sul mio nome, senza apportare alcuna motivazione, provvedendo alla sostituzione del mio nominativo con altro formatore della Puglia iscritto anch’esso nel registro del Cnoas.

Tale procedura, che non ha tenuto conto delle competenze curriculari, negata in primo momento dalle due presidenti, è stata confermata da altri Rappresentanti Croas presenti all’incontro .

Il Presidente del Croas Puglia ha contestato questa modalità poco democratica e discriminatoria e ha chiesto con nota 1772/Is dell’11.06.2012 e successive la costituzione di un” Comitato scientifico con il compito di valutare il curriculum di ogni formatore e la coerenza della scelta rispetto al tema “ (nota n.1772/is dell’11.06.2012 Croas Puglia; nota n. 1860/is del 26.06.2012 Croas Puglia; nota n. 2045/is del 12.07.2012 del Croas Puglia; delibera Croas Puglia n. 130 del 6 agosto 2012).

 

Nell’incontro dell’area sud del 14 luglio 2012, presente Il consigliere del Croas Puglia Dott. P. Sgobba, è stata ribadita la necessità di nominare un Comitato scientifico , ma la Presidente della Campania e della Sicilia hanno concluso dicendo che il comitato scientifico proposto dalla Puglia non serviva in quanto si sarebbero affidati alla ditta BBC, ribadendo in ogni caso che il mio nome non doveva comparire perchè “non gradito politicamente“.

Nella delibera n.130 di agosto, che si allega come prova documentale, il Croas Puglia, pur riportando l’adesione al progetto FAD, si dissocia dalla posizione assunta dalla Sicilia e dalla Campania per aver espresso nei confronti del mio nome ingiustificate pregiudiziali “politiche””collegate al ruolo di rilievo nazionale nel passato da questi rivestito”.

Dalla delibera in causa non viene indicato chiaramente il mio nome ma si può facilmente riconoscerne l’identità visto che l’unica Assistente sociale specialista della Regione Puglia che ha rivestito una carica rappresentativa a carattere nazionale è la sottoscritta.

Si può anche rilevare dalla stessa delibera l’atteggiamento pregiudiziale avuto nei confronti della mia persona ,confermata in maniera esplicita dal verbale del 30 settembre 2012, lesivo della mia immagine, lesivo dei principi fondamentali di non discriminazione e pari opportunità enunciati dal codice ( art. 56 e 64/66 del CD) che disonorano l’Ordine e la professione, in quanto il concetto di correttezza e imparzialità, atteggiamenti/ comportamenti che il CD mette alla base di ogni azione, devono valere sia con gli utenti che con i colleghi.
Per questo, aggiungo con forza la stigmatizzazione di atteggiamenti che violano i principi di correttezza e lealtà fra colleghi previsti dagli art. 41/43 del C.D.

Ho sentito il dovere di presentare questo preventivo esposto non solo a mia tutela, ma anche a difesa dei principi e valori che sono alla base della professione e su cui tanto ci siamo spesi sottolineandone la peculiarità, quella specificità che deve caratterizzare i professionisti sempre, che non può essere aggiunta o tolta a seconda delle occasioni . Questo mi è sembrato l’aspetto principale che mi ha indotto a procedere per il ruolo che ho rivestito, per il rispetto che ho sempre avuto verso codesta istituzione, alla cui crescita penso d’aver fortemente contribuito, che pensavo avulsa, o meglio meno esposta, a logiche di potere, di prevaricazioni, di abusi, di ripicche che a mio parere disonorano l’Ordine stesso e la professione nella sua globalità.

Una professione che ha fatto dell’Etica e della Deontologia il baluardo della sua essenza sin dal suo nascere non può rimanere indifferente di fronte a certi meccanismi/atteggiamenti di esclusione gratuiti, messi in atto con l’arroganza di chi pensa di gestire un potere a proprio piacimento.

Il grave pregiudizio di cui sono stata oggetto hanno toccato la mia vita di libera cittadina e libera professionista, la mia storia professionale priva di incompatibilità di cui invece molti altri colleghi con incarichi pubblici non sono esenti.

Evidentemente il C.D. per queste “colleghe”, che dovrebbero rispecchiarne l’essenza e pretenderne il rispetto, non costituisce un vincolo etico e professionale, ma solo un orpello in alcuni casi anche scomodo, strumento valido solo per gli iscritti.

Chiedo che Il CNOAS se ha a cuore l’onore dell’Ordine professionale, così faticosamente voluto e costruito, stigmatizzi tali comportamenti delle colleghe sopra citate, prima ancora che essi diventino materiale per una possibile apertura di un procedimento disciplinare di cui il CNOAS avrebbe competenza solo in seconda istanza.
L’auspicio è quello che, con senso di responsabilità, l’immagine dell’Ordine, venga confermata nella realtà nazionale e regionale all’insegna di atteggiamenti di correttezza deontologica, di rispetto, trasparenza e democrazia.

Tra l’altro proprio in questo momento storico le norme che regolano la Commissione/collegio e i procedimenti disciplinari stanno subendo delle radicali trasformazioni e quindi con il rischio di ritrovarsi a nel mezzo tra il vecchio e nuovo regime.

In attesa di riscontro porgo cordiali saluti Franca Dente

9 Novembre 2012

Ultimo aggiornamento

2 Luglio 2013, 21:26