Assistenti sociali On Air: Il racconto di una professione

Data:
23 Gennaio 2022

 

Tutto nasce da alcuni interrogativi: noi Assistenti sociali, chi siamo, agli occhi degli altri? Perché spesso il nostro operato viene inteso come ostile? Perché la nostra professione balza all’onore delle cronache solo quando ci sono da stigmatizzare presunti interventi negativi? Etc.

Spesso assistiamo, grazie alla cronaca, ad una rappresentazione di noi A.S. nella quale, altrettanto spesso stentiamo a riconoscerci. In questi casi, i media di informazione, pur di giungere al loro pubblico, in maniera semplicistica quando non addirittura distorta ci rappresentano come incompetenti o peggio, come i burattini di istituzioni cieche ai bisogni della gente; a volte veniamo finanche raffigurati come animati da una perfida volontà di nuocere alle povere e incolpevoli persone che si rivolgono ai nostri uffici.
Da questo è facile desumere che il nostro ruolo non è ben chiaro a molti e che non è così evidente, come noi ci aspetteremmo, che la nostra professione ed attività si attuano in contesti complessi nei quali le dinamiche sociali si intersecano con quelle economiche, sanitarie e ambientali; che la nostra azione non può limitarsi a rispondere tout court ai bisogni delle persone ma che deve essere svolta seguendo percorsi ben codificati ai quali non ci si può sottrarre; che le problematiche che si innescano per ciascun caso, spesso coinvolgono numerosi soggetti anche istituzionali portatori essi stessi di dinamiche proprie. In tutto ciò, certamente la burocrazia non è di aiuto. In aggiunta, non emerge che il terreno sul quale operiamo non è in una situazione definibile “a bocce ferme”, le situazioni non sono cristallizzate dal momento della presa in carico al momento della loro soluzione; sono in continua evoluzione in contesti instabili proprio perché afflitti da fragilità strutturali o storiche che si aggiungono a quelle individuali dei soggetti assistiti. 
Quindi, sono certo che condividerete, che la risposta alle precedenti domande non potrebbe essere meno che articolata e composita.
Occorrerebbe chiarire il ruolo istituzionale della professione di Assistente sociale, i molteplici ambiti nei quali opera esemplificando i contesti, spesso complessi, nei quali si estrinseca la sua attività.

Da queste riflessioni nasce il progetto “Assistenti sociali On Air” attraverso il quale vorremmo portare chiarezza ed intelligibilità al ruolo ed alla professione di Assistente sociale. 
Abbiamo scelto di provare a fare comunicazione usando il mezzo televisivo per la sua ancora manifesta centralità tra i media, nonostante l’avvento e diffusione del web e dei social. L’abbiamo scelto consapevoli del suo “ruolo sociale” perché in grado di “mettere insieme le persone creando una “visione collettiva”, e quindi di un bene comune che, auspichiamo possa contrapporsi sempre più all’individualismo imperante sui social e alla deriva spesso violenta che impoverisce le persone.

Assistenti sociali On Air prevede la nostra partecipazione in diretta e poi in replica, al programma televisivo “Pomeriggio Norba”, su canale 10 , dal lunedì al venerdì dalle ore 14.45 alle 16.45. La nostra presenza in trasmissione sarà assicurata per sei volte fino a maggio 2022, durante le quali si avvicenderanno diversi nostri colleghi in rappresentanza della categoria e della comunità professionale. Proprio per assolvere alla funzione che il progetto pone, le diverse tematiche professionali e sociali trattate nei vari incontri saranno tagliate per un pubblico di cittadini non necessariamente formati alle tematiche sociali.

Se però tutta questa azione di chiarificazione dovesse limitarsi ad un riposizionamento della nostra reputazione e ad una rivalutazione del nostro ruolo di Assistenti sociali, questo potrebbe certamente gratificarci ma non assolverebbe a quella che crediamo sia la sua principale finalità.
La potremmo racchiudere in una parola sola: “fiducia”! Questa è alla base delle relazioni positive tra le persone e lo è certamente ancor di più nella relazione tra gli A.S. e i loro interlocutori. Senza la fiducia non è possibile costruire relazioni efficaci volte alla soluzione dei problemi.
Dare leggibilità al nostro ruolo e alla nostra professione servirà ad emancipare tutti dall’influenza negativa della “tv del dolore” così come dalle tante strumentalizzazioni attuate anche solo per ignoranza e sarà utile anche a porre punti di osservazione altri da quelli stereotipati. Lo faremo senza enfatizzarne il ruolo ma riconoscendone la funzione a volte di arbitro, a volte di vigile, a volte di sostegno, a volte di solutore, a volte di protettore, sempre in ogni caso, impegnata per il bene di coloro che a noi si rivolgono.

Il progetto rientra tra quelli previsti dalla cornice normativa dettata dall’art 72 titolo VIII Cod Deont che consente l’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa anche per finalità promozionali a tutela e difesa della dignità, integrità decoro e prestigio professionale. (“il professionista si adopera, IN OGNI SEDE, per la promozione , il rispetto e la tutela dell’immagine della comunità professionale e dei suoi organismi rappresentativi…”).

Ultimo aggiornamento

23 Gennaio 2022, 22:51