
A 12 giorni dal 2024 siamo al 4 caso di femminicidio. Sono tante, sono dolore, sono solitudine, ferite a morte.

Incarnano qualcosa che l’origine patriarcale non è in grado di comprendere. Tossicità. Anestesia, uomini che non provano emozioni.
“Collusione” è parola difficile. Come sa chi si trova a vivere e a ricercare su quel confine sottile che a volte porta a rinunciare per fatica, per disagio, ad abitare il conflitto, o a scendere a giochi, dove le reciproche difese si incontrano, che possono giungere fino al tradimento di sé.

Le emozioni dunque contano e raccontano. Per questo vanno ascoltate: perché oltre a dirci del presente offrono anticipazioni del futuro e alimentano processi di cambiamento.

La violenza punta a sopprimere la donna, la sua libertà, segno della sua governabilità. Non si diventa assassini il giorno in cui si commette un delitto, ma c’è un percorso che precede sempre l’atto violento.

– Non lo avremmo mai voluto-, le parole dei Filomena Matera, Presidente dell’
Ordine Assistenti Sociali Puglia -speravamo sinceramente che le cose cambiassero con più rapidità, ma siamo ancora qui a contare (come dimostrano i dati aggiornati) e – nonostante le buone leggi che sono state varate nel nostro Paese – i numeri sono sempre impressionanti. “Non si può essere soli in questo, è un lavoro di squadra: guai a banalizzare, a dividere a cercare di politicizzare questi argomenti che devono vederci tutti uniti in un’unica direzione”, ha sottolineato.


La situazione è tuttora a rischio. Forse non è cambiato niente.

La prima questione che emerge è come poter comprendere in profondità l’insorgere di variegate esperienze dal basso, a fronte della necessità di resistere all’impoverimento dei territori.

La seconda questione come articolare nel lavoro relazioni, azioni, significati per educare alla non violenza?

l’imperativo è: costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto, inclusività che condizionino pensieri, azioni, stereotipi e pregiudizi.

Troppo spesso l’azione non è sufficientemente corale per essere mobilitante e troppo spesso non si «ferma» per estrarre significati intorno alle piccole ma illuminanti mappe culturali.
La conclamata carenza di una adeguata ricognizione all’interno dei servizi territoriali– che peraltro non tiene conto dell’auspicio contenuto nella Legge di Bilancio del 2021 di abbassare il rapporto a 1/4000 – il numero dei professionisti è cresciuto di 1688 nuovi assistenti sociali”
1/5000 abitanti non viene rispettato e che si arriva a rapporti 1/15000, 1/20000. L’Ufficio parlamentare di bilancio nel Focus “L’attuazione del Livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale: il reclutamento degli assistenti sociali” conferma che per raggiungere il Livello mancano 3216 unità”.

Un fenomeno che continua ad avere molte sfumature e diversi gradi di gravità ma lo scenario è sempre lo stesso: una violenza condotta su persone – donne, bambini.

L’aspetto meno considerato ma interessante è la riflessione che verte, da un lato, sul significato della narrazione e dell’espressione vocale nella costituzione dell’identità e, dall’altro, sulle pratiche di violenza collettiva legate alle trasformazioni della guerra contemporanea.

Violenza consumata nel quotidiano, quella delle molestie e degli stupri di cui si parla nelle pagine di cronaca nera dei giornali, che rappresenta un tipo di violenza perpetrata da un potente a scapito di un inerme in posizione subordinata.

Come professionisti che conosciamo gli interni delle case, gli angoli delle strade, le vie dei quartieri – la grande scena del sociale– abbiamo antenne emotive sviluppate e soprattutto siamo capaci di parlare la lingua delle emozioni. Che è il linguaggio della prossimità, dell’empatia, del contatto profondo con la sofferenza sociale e con i desideri di felicità delle persone e dei diritti.
Perché se leggiamo le emozioni come il riverbero del «fuori» nel «dentro», le emozioni negative sono tante volte il segno di una assenza di diritti.
Per questo oggi è tempo di far più spazio alle emozioni nel nostro lavoro. Perché il cambiamento parte anche da qui.

Seguiamo con

attenzione e preoccupazione le notizie e condanniamo con decisione ogni forma di violenza, ed esprimiamo il più profondo cordoglio per le vittime e per le loro famiglie.