19 Agosto 2022 | Giornata Mondiale Umanitaria
Data:
19 Agosto 2022
19 Agosto 2022 | Giornata Mondiale Umanitaria
C’è sempre una storia, e una geografia, una storia di persone e luoghi, una geografia di eventi, di attimi capaci di donarti occhi nuovi per guardare avanti con speranza e fiducia, si chiama UMANITA’, e racchiude storie e vite di essere umani che devono essere custodite con amore.
Un disegno già scritto per chi come me, diventa Assistente Sociale ufficialmente nel 2007, anche se la professione tanti anni fa aveva già scelto me.
È entrata dentro di me con amore, cambiando lo sguardo sulla vita e sugli altri, diventando uno stile di vita, in grado di diffondere quella cultura del dono, il tutto per un grande sogno, quello di umanizzare il mondo, ancora oggi tanto complicato, un mondo che sembra aver perso ogni piccolo atto di umanità..
“Pazzia”?? Sicuramente si, lo dicono in molti, ma in fondo sono un Assistente Sociale “Pazzo” perché ho imparato ad essere un “Sognatore sveglio”, e questo mi consente di spendermi ad occhi aperti per gli altri.
Pertanto, diffondere semi di UMANITA’, diventa importante, soprattutto per chi come me è Un Assistente Sociale, come accaduto in questi anni, di chilometro in chilometro, di paese in paese, di cultura in cultura, tra la Bosnia, La Serbia, La Macedonia, La Palestina e infine l’Africa, dove le storie di vita e la geografia degli eventi, hanno radicalmente modificato il corso del tempo, le guerre e la povertà, hanno “ucciso “la libertà dei popoli, ma non l’amore che hanno nel cuore, non la forza di sorridere, quella no, è l’unica arma rimasta oggi a chi pur avendo poco, dimostra di avere tutto, attraverso la speranza, e quel coraggio di continuare a lottare per i basilari diritti umani.
Poi nel 2016, l’ennesimo disegno di vita, A.S.PRO.C, gli Assistenti Sociali per la Protezione Civile, e quell’essere volontario competente in contesti di Emergenza, e subito Sisma in Centro Italia, Amatrice, la terra che trema, dolore e morte, ma tu devi restare in piedi, c’è una speranza da illuminare e un contesto da restaurare, si è crollato tutto, ma non i sogni e le speranze, quelli non possono morire, non possono essere distrutti, c’è una comunità da ricostruire.
Ma poi, cosa succede, lì dove non si ribella la natura, ci pensa l’uomo a seminare terrore e paura, non ad un paese solo, ma all’umanità intera, già lesionata da forme di odio e morte, la Guerra in Ucraina, ennesima pagina triste di una storia, che evidentemente non ha saputo insegnare all’uomo gli errori del passato.
Immagini, che immediatamente sono entrate nelle case di tutti, immagini di terrore, bombe e morti, e tanti profughi in fuga, da aiutare, da salvare, da portare al sicuro.
Indelebile, ancora oggi, a distanza di qualche mese dal rientro, resta l’esperienza umanitaria vissuta al confine con l’Ucraina, nella città di Zamosc, dove gli Assistenti Sociali per la Protezione Civile A.S.PRO.C, sono stati impegnati durante i primi mesi della Guerra.
Quel lungo e faticoso cammino, iniziato l’08.03.2022 alle ore 09.00 dall’Aeroporto di Pisa, ha lasciato un segno profondo e ha consentito una conoscenza con i volontari della Misericordia, con cui ho avuto il dono di condividere la missione.
Abbiamo camminato di paese in paese, attraversando confini, tra la condivisione di momenti duri, stanchezza e fatica, la Slovenia, L’Austria, La Repubblica Ceca e La Polonia, e la capacità di Un Assistente Sociale di ascoltare e trasformare anche il senso di smarrimento nei momenti più duri, in qualcosa di straordinariamente positivo messo al servizio degli altri e della missione.
Ma nonostante la fatica, stremati, da tante ore di cammino si giungeva a Zamosc, in una stazione di Autobus, a circa 100 km da Leopoli, fatica che immediatamente lasciava posto ad una luce stupenda che proveniva a distanza, si, 5 “piccoli Angeli” che con un sorriso stupendo ci correvano incontro, volti pieni di vita e speranza, troppo forte il desiderio di una vita migliore, poche valigie, e tanti sogni da portare con sé.
Insieme a loro, 3 mamme, con gli occhi pieni di lacrime, e quel “Desiderio” di amore di sognare per i propri figli cure più adeguate e una vita migliore, lontano dal rumore delle bombe, diventato anch’esso troppo assordante.
Ci rimettiamo in cammino da Zamosc,, alle 20.30 di un freddo Martedì 9 Marzo, ancora affaticati dal viaggio di andata, ma pur consapevoli di dover attuare un ultimo sforzo importante, il peggio sembra passato, si ascoltano e condividono storie, vissuti, sogni ed esperienze di vita, le mamme si raccontano e sperano, sperano in cure e protezione per i loro figli, seppur lontano dalla vita di tutti i giorni, lontano dall’amore dei propri cari e dall’amata terra, che alle spalle, appare ormai completamente distrutta.
I bambini giocano, sorridono e sembrano avere dimenticato, almeno per un attimo, il dolore e il rumore di quelle bombe, che hanno distrutto sogni e speranze, ma non la forza di continuare a lottare per riprenderseli quei sogni, sono stanchi e si addormentano, mentre fuori il tramonto ci avvisa che sta arrivando la sera.
Ma quando il peggio sembra alle spalle, c’è l’imminente passato che torna a far paura, è un Aereo nei cieli Italiani, a Bologna, che lascia una scia bianca nel cielo, sogno e stupore per ogni bambino, ma non per tutti , le lacrime che bagnano gli occhi e la paura che ritorna, chiedo con timidezza : “ Che succede”?, e lei (J). La mamma mi risponde: “Abbiamo avuto tanta paura, pensavamo che quell’aereo sganciasse delle bombe”.
C’è solo il silenzio a parlare, mentre quegli occhi ritornano a riempirsi di paura, ci si sente tanto piccoli, anche per chi è Un Assistente Sociale, ma un abbraccio può diventare segno tangibile di speranza, un porto sicuro dove sentirsi protetti, “qui sei al sicuro, mentre con un sorriso pieno di affetto, gli sussurro: “qui mai più bombe, ma solo tanto amore.
Dopo tanto camminare, siamo giunti alla nuova casa, il tutto accolto con grande gioia da parte di tutti, ma quanta strada è stata percorsa, la fatica, seppur visibile sul volto di tutti, lascia spazio alla felicità, sul volto di uomini dal cuore grande, che si sono spesi fino all’ultimo chilometro, pur di portare al sicuro i piccoli “Ucraini e le loro mamme.
E’ tardi, la notte è alle porte ed è ora di andare a dormire, i sogni riprenderanno a camminare da domani, mentre io guardando il cielo, ringrazio il Signore, per avermi donato la forza di non aver mai mollato di fronte alle prove, ma soprattutto la capacità di quell’agire professionale, dono inestimabile di un Assistente Sociale, di considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia negli altri, sempre e solo come unico fine di salvezza autentica.
Antonio Brascia – Assistente Sociale
https://youtu.be/EnLg9RaGnXA
Ultimo aggiornamento
19 Agosto 2022, 10:29