Protocollo operativo per la protezione dei minori e delle famiglie ad uso degli Ambiti sociali della regione Puglia – Schema tipo

Data:
31 Luglio 2019

Nel corso della seduta di Consiglio del 15 luglio scorso il Croas Puglia ha deliberato 
lo “SCHEMA-TIPO DI PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA “PROTEZIONE DEI MINORI E DELLE FAMIGLIE” AD USO DEGLI AMBITI SOCIALI DELLA REGIONE PUGLIA”.
Si tratta di una proposta organizzativa che riteniamo migliorativa della cooperazione fra Servizi e operatori direttamente coinvolti nelle situazioni di protezione dei minori in gravi difficoltà.
L’Ordine sottopone lo Schema-tipo all’attenzione della Regione Puglia e degli Ambiti sociali territoriali
allo scopo di conformarlo ai singoli contesti ed eventualmente di adottarlo con proprio atto deliberativo.
Si auspica, in tal modo, di contribuire in maniera costruttiva e positiva anche alla riparazione dei gravi danni sociali 
che in questo periodo sono procurati dal clima di aggressione alle istituzioni, ai servizi e ai professionisti preposti alla prevenzione, cura e protezione dei nostri figli.
L’Ordine resta a disposizione di chiunque abbia necessità di informazioni e confronti.

La Presidente

 

Finalità del Protocollo

Il presente Atto di intesa si pone la finalità di tutelare il supremo interesse delle persone minori di età, di assicurare la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti, di proteggerli e difenderli, promuovendo procedure e metodologie di intervento che siano costantemente ispirate alla loro salvaguardia.

Con il presente Protocollo d’Intesa si intende avviare un rapporto di cooperazione e collaborazione sinergica finalizzata al miglioramento dell’efficacia dell’azione interistituzionale in materia di tutela dei minori in stato di pregiudizio e/o disagio e delle loro famiglie/famiglie affidatarie, nonché dei minori abbandonati e delle famiglie adottive, ed anche in particolare della tutela dei minori stranieri non accompagnati e dei minori devianti. 

Pertanto viene qui proposta l’istituzione del Servizio protezione minori con relativo funzionigramma. 

Destinatari

I principali destinatari degli interventi sono i minori che vivono in una condizione di trascuratezza fisica e/o affettiva, patologia delle cure, maltrattamento, violenza assistita, violenza sessuale, bullismo e Cyber bullismo, forme di violenza on-line, tratta e sfruttamento sessuale, torture e crimini di guerra. Sono altresì destinatarie del presente intervento anche le relative famiglie/affidatarie/adottive, interessate da provvedimenti della Magistratura nell’area civile, penale, amministrativa, comprese le richieste di indagine psicosociale, preliminari all’assunzione di eventuali provvedimenti.

Obiettivi

L’obiettivo dell’intervento in questa materia è la definizione e la realizzazione di un progetto individualizzato di intervento che favorisca la tutela del minore e il superamento degli elementi di pregiudizio esistenti, mediante la costruzione di percorsi di cambiamento per la famiglia, al fine della riappropriazione di una funzione genitoriale adeguata; oppure, ove ciò non sia possibile, la tutela del minore da realizzarsi attraverso interventi sostitutivi della famiglia di origine.

Fasi dell’intervento e responsabilità istituzionali – mandato della magistratura 

Si tratta di un settore ad alta complessità, nel quale si evidenzia la necessità di una presa in carico interistituzionale declinata attraverso fasi operative strettamente interconnesse (rilevazione, valutazione diagnostica e prognostica, protezione e cura) e la messa in rete di risorse multiprofessionali complementari.

In questo scenario complesso, i ruoli dei soggetti istituzionali/Ambiti Territoriali si sviluppano prioritariamente in alcune fasi precise di intervento:

il Comune 

ha un ruolo significativo in tutte le fasi, ma prioritariamente nella prevenzione, nella rilevazione, nella protezione e nella riparazione intesa come reinserimento sociale, come riconquista di condizioni di vita normale e integrazione nella comunità locale.

l’Azienda Sanitaria Locale

ha un ruolo significativo soprattutto in due fasi, quella diagnostica e quella di cura, sia del minore che dei genitori, della famiglia affidataria, della famiglia adottiva.

il Tribunale per i Minorenni 

opera ed interviene per assicurare e tutelare il rispetto dei diritti riconosciuti alle persone minori di età, in condizioni di rischio sociale giuridicamente rilevante, a favore delle quali emette provvedimenti, cui i Servizi Sociali dei Comuni ottemperano sulla base delle rispettive competenze civili, amministrative e penali.

l’Ordine Assistenti Sociali della Regione Puglia 

Ente rappresentativo del Servizio sociale professionale, garantisce l’aderenza dello stesso ai principi etici e deontologici della professione; esprime i pareri su questioni che interessano la professione; tutela l’esercizio a garanzia dei cittadini e degli stessi organismi pubblici e privati che si avvalgono della professionalità dell’Assistente Sociale, usufruendone delle relative prestazioni.

Metodologia operativa

Gli operatori dei due Enti dell’Ambito territoriale, Comune e ASL, dopo l’assegnazione formale del caso da parte dei rispettivi Enti di appartenenza e ricevuta tutta la documentazione necessaria, ove esistente, definiscono un progetto individualizzato d’intervento sulla situazione, eventualmente in collaborazione e concorso con gli altri Attori istituzionali del presente Protocollo. 

Gli operatori definiscono altresì tempi e modalità per il passaggio delle informazioni e della documentazione, ritenuti necessari alla gestione complessiva del caso.

Referente del caso (case manager) 

Tale figura funzionale è individuata nell’ambito dell’equipe operativa. Di norma è indicata quale referente del progetto l’assistente sociale territorialmente competente. 

Il referente del progetto è individuato al fine di garantire il coordinamento delle professionalità e delle risorse presenti nel progetto individualizzato e la regia del processo d’intervento.

Supervisione

Un punto decisivo di riflessione su questo percorso riguarda l’importanza della supervisione, oltre che il coordinamento, all’interno dei Servizi di Tutela Minori. La supervisione a livello interistituzionale, si ritiene dunque possa salvaguardare i processi d’integrazione tra servizi sociali e sanitari e consentire una maggiore “manutenzione” di tali servizi, nell’ottica di mantenere alta la tensione progettuale e valutativa in una prospettiva di riflessione che è essenziale data la complessità e delicatezza dei servizi che si occupano di Tutela Minori.

I percorsi di supervisione (ex ante, in itinere ed ex post) sono studiati dagli Attori interistituzionali del presente Atto di intesa, che ne pianificano le forme, le tempistiche, le cadenze, l’organizzazione metodologica e l’eventuale coinvolgimento esterno di figure professionali esperte.

Durata

La durata del presente Protocollo è triennale, tacitamente rinnovabile dai sottoscrittori, che si impegnano a condividere le prassi suggerite dal presente documento, a valutarne gli effetti sul campo e a documentarne gli esiti.

  

Letto, firmato e sottoscritto

Luogo e Data

Ultimo aggiornamento

31 Luglio 2019, 15:24