L’albero che cade e la foresta che cresce

Data:
31 Luglio 2019

“Fa più rumore un albero che cade di un intera foresta che cresce”
(Lao Tzu)

In Emilia è caduto un albero antico ammirato da tanti.

Cadendo ha fatto un gran rumore e ha sollevato tanta polvere.

Forse era un albero malato? Non lo sappiamo ancora… se era malato era necessario abbatterlo, avrebbe potuto trasmettere malattie anche gli altri alberi vicini?

O forse è stato abbattuto per la necessità di qualcuno? Per farne assi di legno? Per aprire una strada? Per liberare uno spazio? … Chissà!

E’ molto triste vedere un albero che cade anche se malato, ma ancora più doloroso è assistere alla danza degli sciacalli intorno a quello che è rimasto delle radici, una danza che solleva altra polvere e può far marcire il terreno tutto intorno.

Poco più in là invece, c’è una foresta che cresce, una foresta fatta di alberi adulti con radici ben piantate nel terreno, alberi che svolgono in silenzio la loro funzione, danno ombra e riparo, assorbono veleni e restituiscono ossigeno, segnano la strada, ogni anno si coprono di foglie e offrono frutti generosi.

Accanto a questi alberi maturi, per rigenerare la foresta, si è provveduto a impiantare giovani alberi, dritti sui loro tronchi e carichi di vitalità, alla stagione giusta anche loro producono fiori e frutti.  E’ una bella foresta che   cresce senza far rumore, è silenziosa. Solo pochi sanno riconoscere quanto è preziosa e quale danno ne avremmo se dovessimo perderla perché qualcuno ha sparso veleno nel terreno.

Intanto continua il gran frastuono intorno all’albero caduto, è un rituale macabro celebrato dagli sciacalli in cerca delle loro prede; c’è un rumore assordante che impedisce di vedere, di sentire, di capire.

E c’è la foresta che cresce senza far rumore, offre la sua bellezza e regala silenziosa ossigeno e riparo a chi cerca ristoro.

Vorrei sentire la voce della foresta che cresce, come si può ascoltare?

La foresta è una presenza…uno spazio vitale e ricco di energia ma si può ascoltare solo quando circola il vento tra i rami e le foglie producono il loro suono armonioso.

La voce della foresta che cresce, non è nel lamento per un terreno sassoso e poco nutriente, e neppure nel dolore delle potature necessarie per far crescere alberi rigogliosi e carichi di frutti.

La foresta è lì, continua a svolgere la sua funzione, fa sentire la propria voce quando un elemento esterno interviene, il vento soffia o cade la pioggia.

Fuor di metafora …

Su questa storia e contro l’uso strumentale di alcuni che sta avvelenando il terreno dei Servizi Sociali, è giusto ricordare che, tranne in rarissimi casi – purtroppo fisiologici in ogni professione, perché siamo esseri umani e non supereroi – noi Assistenti sociali siamo professionisti onesti e seri e che i Servizi Sociali svolgono una funzione importante assegnata dallo Stato.

Ma sento il bisogno di qualcosa d’altro per non limitarci a giocare in difesa quando la comunità professionale viene attaccata da eventi tragici come questo.

Prima e dopo Bibbiano, c’è bisogno di produrre quel vento che può far sentire la voce della foresta che cresce, per ricordare che nel difendere quegli alberi difendiamo i diritti di tutti e la qualità del welfare e che i servizi sono parte del capitale sociale dei nostri territori.

di Filomena Marangi
OAS Piemonte

Ultimo aggiornamento

31 Luglio 2019, 18:34