Evidence Based Practice. Quando e quanto è efficace il servizio sociale?

Data:
30 Aprile 2013

La giornata di studio promossa dall’Ordine regionale pugliese degli Assistenti sociali in collaborazione con la fondazione Zancan di Padova ha rappresentato un interessante occasione di formazione sui temi metodologici, con uno sguardo anche all’esperienza inglese della prof.ssa Marion Brandon che ha sviluppato una ricerca sugli esiti degli interventi sociali nei confronti dei minori vittime di maltrattamento.

La Brandon partecipa ad un progetto internazionale sull’Evidence Based Practice, che in Italia vede l’impegno attivo della Fondazione E. Zancan di Padova, che ha promosso una sperimentazione multiregionale (5 le regioni coinvolte) con interessanti report evidenziati nelle relazioni mattutine e pomeridiane.
La necessità di sviluppare la evidence practice anche in Italia risiede nella esigenza sostanziale di rendere visibili i risultati di un lavoro, sicuramente articolato e complesso, ma spesso oggetto di critiche sulla sua “evanescenza” o intangibilità.
Mai come in questo momento di crisi, che motiva la riduzione dei sistemi di protezione sociale, è necessario dimostrare l’utilità del nostro lavoro e la rilevanza anche economica del “fare sociale”.

L’approccio all’esercizio fondato sull’evidence  based practice (pratica  basata sulle evidenze scientifiche, acronimo E.B.P.) consente al singolo operatore/professionista  che lo utilizza di convertire progressivamente il bisogno di informazione in precisi quesiti per i quali attiva un percorso di ricerca documentale che fornisca evidenze valutabili sul piano metodologico e la loro applicabilità; infine le utilizza nella propria attività professionale.

Ciò con la consapevolezza, tipica dei sistemi professionali, che il sapere scientifico trova le basi per il suo sviluppo non in contenuti definitivamente acquisiti ma nei processi continui ed incessanti di ricerca di nuove teorie, metodologie ed ipotesi in grado di falsificare quelle esistenti e di sostituirsi a queste in quanto più avanzate e rispondenti alla spiegazione dei dati relativi a fenomeni osservati.

La valutazione degli esiti degli interventi professionali degli assistenti sociali può rivelarsi come uno dei principali strumenti di legittimazione e sviluppo della professione, per per vari motivi:

  • ne sancisce l’utilità sociale in quanto rende visibili i risultati dell’azione professionale sia agli stessi utenti sia all’esterno;
  • offre una base di una maggiore scientificità ai processi di aiuto, rendendo visibile, misurabile e socializzabile l’utilità e l’efficacia del proprio lavoro;
  • prelude alla costruzione di evidenze scientifiche, quale garanzia di omogeneizzazione degli interventi e di maggiore successo nelle decisioni da prendere;
  • aumenta la consapevolezza dei risultati raggiunti in termini di quantità e soprattutto qualità del lavoro svolto.

L’esperienza della valutazione costruisce fiducia, perché valorizza la capacità di raggiungere obiettivi e risultati, produce cambiamento e innovazione, dà spazio a nuove idee. Insomma, è un forte motore motivazionale, perché nutre in modo genuino la consapevolezza, oggettivamente fondata, della positività del proprio lavoro.

La Zancan ha presentato il proprio programma di ricerca multicentrico, denominato <<PERSONA lab >> , aperto all’adesione di unità operative impegnate nei servizi alla persona, attraverso il quale si rende possibile un sistematico lavoro di analisi e valurtazione delle modalità di presa in carico dei bisogni, di gestione personalizzata dei processi di aiuto, valutandone l’efficacia.
PERSONAlab utilizza una piattaforma tecnologica IT e software in grado di facilitare la raccolta delle informazioni, la condivisione del lavoro da parte di tutti i soggetti coinvolti, con particolare attenzione ai risultati conseguiti o non conseguibili.
Attraverso il software, infatti, è possibile codificare ed indicizzare i fattori sui quali si orienta l’intervento psico-socio-assistenziale, registrare i cambiamenti prodotti dall’intervento, focalizzare gli ambiti che meglio di altri determinano i livelli di efficacia.
La visualizzazione della cd. mappa polare, con le visualizzazione dei cambiamenti da T0 a T1, documentano il lavoro svolto ed orientano il professionista nei processi di verifica e valutazione sul caso.

 

L’Ordine della Puglia ringrazia tutti i relatori intervenuti, per la competente e lucida esposizione.

le registrazioni video di alcune relazioni degli intervenuti al convegno

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Alleghiamo il file relativo al documento gentilmente fornitoci dalla Fondazione Zancan “Come formare e sostenenrele cappacità degli assistenti sociali di utilizzare le prove di efficacia nel lavoro a diretto contatto con l’utenza“.

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Ultimo aggiornamento

30 Aprile 2013, 13:47