“Era” De Robertis

Data:
13 Dicembre 2015

Dandelion clock dispersing seed

 

La redazione, con questo articolo, ha voluto pubblicare un tributo al Presidente De Robertis per il lavoro svolto nell’arco dei suoi tre mandati. È una sintesi dei momenti più significativi che lo hanno visto protagonista durante questo lungo periodo di impegno a favore della nostra professione.


 

Dopo dieci anni nel ruolo di Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali, Giuseppe De Robertis rimette la propria carica. Lo annuncia nell’editoriale “Una porta sul futuro” pubblicato sul nostro sito istituzionale.

Eletto per la prima volta nel 2005,  il suo lavoro è stato accolto con ampio riconoscimento dalla comunità degli Assistenti Sociali pugliesi che lo hanno confermato alle urne nel 2009 e nel 2013.

Nel corso del suo mandato De Robertis ha operato per l’innovazione e la valorizzazione della professione. Ha avviato e potenziato le attività  orientate alla formazione, alla collaborazione con altre discipline, alla comunicazione. Si è prodigato per smantellare dalla figura dell’Assistente Sociale le etichette e i pregiudizi dell’opinione pubblica, mettendo in primo piano le reali finalità di una professione impegnata esclusivamente al benessere sociale delle persone e delle famiglie, portando l’Ordine a sedersi ai tavoli istituzionali.

A De Robertis va riconosciuto il merito di aver saputo guidare, con costante tenacia e passione, il lavoro del Consiglio per ottenere i migliori risultati sul fronte organizzativo ed operativo dell’Ordine, ma soprattutto per aver consentito che il Croas Puglia si contraddistinguesse per capacità innovative e generative di buone prassi volte alla valorizzazione della specificità professionale dell’assistente sociale. Un Croas “che fa onore alla professione e al proprio mandato” (M. Dellavalle). “Un Croas Dinamico” (E. Allegri). Promotore di nuove idee ed iniziative.

Tra le tappe più significative di questo decennio per l’Ordine degli Assistenti Sociali della Puglia guidato da De Robertis, si ricorda il contributo alla promozione della proposta di legge sul sistema integrato che ha ispirato le “comunità solidali” diventate poi realtà con le Legge Regionale n. 19 del luglio 2006. Nel dicembre dello stesso anno, a Bari, il convegno “Comunità in allestimento. Da una responsabilità etica condivisa ad un orizzonte dei fini partecipato”. Un evento nel quale si può far coincidere l’avvio della stagione dell’integrazione tra diverse professioni impegnate a favore della persona, del suo benessere, della sua tutela. Il momento in cui comincia a parlarsi di multidisciplinarietà.

Nel 2007 nasce “La Professione InForma” la rivista ufficiale dell’Ordine. Nel 2013 viene istituita la Fondazione per la Formazione l’Intervento e la Ricerca per il Servizio Sociale.  Il 2015 è l’anno del potenziamento della presenza sul web con una pagina facebook, un canale youtube, un rinnovato sito internet. Strumenti che rafforzano uno dei passaggi fondamentali della presidenza De Robertis: quello di costruire una comunità, di rendere l’Ordine un punto di riferimento, un interlocutore aperto al dialogo e al confronto professionale.

De Robertis lascia l’Ordine regionale affidandogli in eredità il “Libretto del Tirocinante”, il primo libretto online attivato in Italia.  Uno sguardo particolare è stato poi rivolto ai giovani attraverso la ricerca di una nuova opportunità lavorativa esplorando nell’ambito della libera professione la strada delle Società Tra Professionisti.

Per ultima, in ordine di tempo, la nuova rivista dell’Ordine, “La Professione InForma”, la cui pubblicazione è prevista per gennaio, che cambia veste e sostanza, passando da bollettino di informazione a quaderno di approfondimento. Anch’essa fortemente voluta dal Presidente e dal Consiglio, frutto di un lungo periodo di elaborazione e revisione.

 

L’Ordine degli Assistenti Sociali della Puglia deve considerarsi arricchito dal percorso condiviso con De Robertis. Un lungo cammino che ha contribuito alla crescita della professione e di chi ha avuto modo di conoscerlo e collaborare con lui. Un’esperienza che ha avviato cambiamenti organizzativi e di pensiero sui quali continuare a costruire il futuro dei Servizi Sociali in Puglia.

“De Robertis” chiude l’editoriale augurando “buon futuro a tutti”. Ricambiamo l’augurio certi di ritrovarlo a breve al tavolo del Consiglio Nazionale per cui si è candidato.  Altre strade da percorrere ma con l’impegno e l’obiettivo di sempre: valorizzazione e riconoscimento della professione.

 


Pubblichiamo alcuni messaggi di riconoscimento e ringraziamento giunti alla redazione in queste ore seguenti alla notizia di dimissioni, da parte di coloro che hanno avuto l’opportunità di conoscere e lavorare a fianco del Presidente De Robertis.

 

[learn_more caption=”da Adriana Mazzarisi – past Vice-President CROAS Puglia”]

In tanti, nella comunità professionale, usano chiamarlo “Il nostro Presidente” e non sempre per adularlo, ciò ci fa pensare che è stato capace di passare un grande concetto: quello della appartenenza.

Il nostro Presidente va verso nuove strade dopo aver dato una “identità” ad una organizzazione e ad una comunità professionale complessa e alla ricerca di riconoscimento.

Il nostro Presidente è stato lungimirante rispetto alle scelte ed è stato capace di far sedere la nostra professione ai tavoli interistituzionali con la stessa dignità degli altri profili professionali.

E’ stato capace, attraverso le sue collaborazioni, di far sentire la voce e di dar voce a riflessioni e idee che spesso hanno dato vita a cambiamenti culturali e professionali.

Ora il “nostro Presidente” lascia questa terra per investire il suo impegno in altre terre e consentire pari opportunità a tutti nel poter godere di diritti spesso negati, alla gente e agli operatori, per continuare il confronto in una Italia dove essere assistenti sociali è una grande responsabilità professionale.

Un in bocca al lupo Presidente.

Adriana Mazzarisi[/learn_more] [learn_more caption=”da Antonio Di Gioia – Presidente Ordine Psicologi Regione Puglia”]

Gentilissimi,

scrivo queste righe con grande piacere, avendo appreso della candidatura di Beppe De Robertis al Consiglio Nazionale degli Assistenti Sociali.

Ho avuto modo di conoscere Beppe ben prima del suo incarico come Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Puglia, incarico che, va sottolineato, dura da ben tre mandati.

E ho avuto modo di apprezzare le doti umane, ancor prima di quelle professionali, di questo amico, la dedizione, lo spirito di sacrificio, l’altruismo che hanno sempre pervaso il suo operare.

Alla passione instancabile per il proprio lavoro, alla tenacia volta a rendere migliore ed efficace la propria e altrui professionalità, unisce una serietà e una competenza proprie di una persona dalle rare doti.

E, dopo esserci entrambi ritrovati nei ruoli istituzionali di Presidenti dei rispettivi Ordini, la mia stima nei suoi confronti è stata ulteriormente accresciuta dalla capacità di guardare al mondo professionale, alle esigenze sempre nuove dei colleghi e dei cittadini, in un’ottica che abbraccia la multidisciplinarietà e l’integrazione delle specificità professionali.

È per tutti questi motivi che ritengo Beppe il miglior candidato possibile al Consiglio Nazionale e gli faccio il mio più grande in bocca al lupo.

Con stima e affetto,

Antonio Di Gioia[/learn_more] [learn_more caption=”da Elvira Zaccagnino – Direttrice edizioni La Meridiana”]

Ti confesso Beppe che i cambi di guardia mi mettono ansia.

Il timore che quello che si è costruito negli anni possa svanire perché cambiano ruoli, responsabili e responsabilità mi affatica il pensiero. Volentieri, potessi, ti chiederei di restare. E forse come me molti altri ti richiederebbero di ripensarci. Ma è giusta la scelta che stai facendo. Perché in fondo non molli ma allarghi l’orizzonte dell’impegno tuo e della responsabilità degli altri.

La vicinanza tra te e la meridiana l’ho eredita. Con gli anni nei ruoli di responsabilità che tu e io abbiamo avuto nelle reciproche realtà, è diventata confidenza, nel senso che abbiamo sentito che tra le prospettive di formazione e di ricerca sulle quali caratterizzavi la tua Presidenza  e le ricerche  e le proposte della meridiana  c’erano dei ganci che si agganciavano tra di loro, supporti su cui contare,  percorsi da condividere. Audace pensare di dare all’Ordine di Puglia, anzi alla comunità degli assistenti sociali, una collana con contributi dei suoi iscritti. Ci abbiamo creduto e ora, nonostante sia ancora infante, altrove la osservano con interesse.

Si dice che come la fai e la fai la sbagli. Ed è vero. Perché fare implica sbagliare. Io, che non sono assistente sociale e non appartengo all’Ordine e di mia natura penso che nel disordine si ha modo di dare un ordine nuovo alle cose, ho visto in te un Presidente che fa, nel senso che ti ho visto fare cose che incidono o possono farlo, uno che non è stato a guardare e che ha portato qui, nella nostra regione, pezzi importanti di formazione e relazioni utili per un servizio sociale capace di agire nel cambiamento.

Su quanto fosse importante la formazione ci siamo sempre intesi.  Hai spesso definito, nel nostro parlarci e confrontarci, l’Ordine comunità non abusando mai di questa parola perché se c’è una cosa che fa il tuo stile di gestione delle responsabilità, è la capacità di investire nella costruzione di comunità e nella crescita di altri nell’assunzione di responsabilità.

Il che è dote rara. Di questi tempi dote preziosa.

C’è un legame di stima e fiducia tra noi, richiamiamola confidenza, che terrà al tuo nuovo incarico (perché ce la farai ad essere nominato consigliere nazionale). C’è un legame tra l’ordine e la meridiana che resterà per quello che in questi anni abbiamo costruito. Perché le comunità che si  incontrano, si annusano, si scambiano energie hanno il privilegio di non mollare sugli obiettivi condivisi. E questi restano.  In questo senso hai lavorato e lavorerai.

Già ti vedo, bagaglio in mano fare su e giù per l’Italia, mentre costruisci opportunità per comunità che aspirano al meglio per tutti.

Buona strada Beppe.  E come diceva don Tonino: ‘portati bene’.

Elvira Zaccagnino[/learn_more] [learn_more caption=”da Filomena Passiatore – Consigliere Tesoriere Croas Puglia”]

Ci siamo conosciuti in un pomeriggio piovoso di 10 anni fa e mai avrei immaginato di incontrare una persona innamorata della sua professione. Guardandoti ho pensato questo!

Io da giovane avevo accettato di andare a Torino per dimostrare che la nostra professione contava. In te ho poi scoperto, con grande gioia, competenza, professionalità e disponibilità e con grande entusiasmo mi sono rimessa in gioco al tuo fianco. Per questo ti ringrazio.

In questi anni con tenacia e passione hai guidato questo Consiglio Regionale, favorendo arricchimento e crescita alla intera comunità professionale e di questo puoi certamente andar fiero, senza ombra di smentita.

Oggi un altro passo avanti, il Consiglio Nazionale ti aspetta.

Noi ci sentiremo un po’ più soli e un po’ più poveri in termini di competenza, loro, invece, sicuramente più ricchi, ma se l’obiettivo è  quello di far crescere ancora di più la nostra Comunità Professionale allora ti auguro buon lavoro caro Beppe!

Con affetto  e stima.

Filomena Passiatore[/learn_more] [learn_more caption=”da Franca Dente – Past President CNOAS”]

Caro Beppe

Auguri sinceri per la candidatura al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali.

Un giusto passaggio per chi si è impegnato per un certo numero di anni come Presidente del CROAS Puglia con slancio, generosità,competenza dando un’ impronta di innovazione.

La nostra è una professione delicata e fragile perché si occupa di fragilità e disagio di cui spesso molti non vogliono sentir parlare e si dimenticano nelle scelte politiche, economiche e sociali. Se si ricordano lo fanno con un atteggiamento di assistenzialismo duro a morire che da sempre noi abbiamo contrastato. Un piramide di priorità che solo noi cerchiamo disperatamente di ribaltare.

Questa mission richiede convinzione, determinazione e competenza. Sappiamo bene che  la competenza si acquisisce coniugando conoscenza e esperienza.

Sei stato un buon Presidente e l’aver gestito un Consiglio Regionale a volte difficile ti aiuterà senza dubbio ad avere i tre requisiti e ad essere in primis un buon consigliere nazionale. Di sicuro non un membro del consiglio che scalda la sedia o che non si assume le responsabilità del caso, ma un consigliere vivace e scomodo nel senso costruttivo del termine.

Una banale e affettuosa raccomandazione ti voglio fare, non cadere nell’errore di voler vanificare il lavoro già fatto, ma di riconoscerlo, valorizzarlo e di ampliarlo.

Ti auguro di trovare dei compagni di viaggio validi, competenti e affidabili con cui costruire un clima sereno, produttivo e collaborativo.

Costruire una comunità professionale coesa è una grossa responsabilità, richiede ascolto attento e vicinanza. Non è facile perché il CNOAS appare distante dal territorio, ma tu non dimenticare di essere portavoce di un’area geografica penalizzata dalla crisi nello scenario nazionale, ma nello stesso tempo portatrice di tante buone prassi e di tanto valore culturale e professionale.

Un grazie per il lavoro di promozione della professione svolto e “ad maiora

Con affetto.

Franca Dente[/learn_more] [learn_more caption=”da Antonio Nappi – Vice Predidente CROAS Puglia”]

Caro Presidente,

guardando ai dieci anni trascorsi in quell’avventura che ci ha visti partecipi, con tante colleghe e colleghi, delle responsabilità del Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali delle Puglie, non ho potuto fare a meno di pensare alla metafora del “viaggio”.

Forse troppo abusata, ma efficace per descrivere l’esperienza della condivisione di un pezzo di strada “fatta” insieme. Ricca di momenti significativi e di successi professionali, ma anche di amarezze e di delusioni che hanno caratterizzato la vicenda del nostro Ordine.

È stata – a ripensarla oggi, sforzandomi di considerarla nel suo insieme e con un gioco di parole – una esperienza fuori dall’ordin(e)ario!

Mi consentirai perciò di vivere questo momento, e di tracciare queste note, come una sorta di provvisorio e parziale flashback. Sforzandomi di non cadere in forme e formule celebrative della tua persona e del lavoro svolto.

Solo il trascorrere del tempo peraltro – quando si osservi il percorso che è dietro di noi e ci si guardi “dentro” – consente di cogliere certe sfumature e di comprendere se quel tempo sia passato invano. Se sia tempo “perso”, o se abbia lasciato un segno. Che, in qualche modo, affidiamo al futuro. Un testimone che prosegue la corsa.

Penso ai primi incontri del Consiglio e ai lavori delle Commissioni, non di rado contraddistinti da discussioni infinite intorno a mille sofismi e cavilli. Lì si trattava di tenere la bussola sotto controllo e di conservare la rotta. Alcuni speravano nello smarrimento e lavoravano per ingenerare confusione, nebbia, contrapposizioni.

Ma la prima svolta significativa si era registrata sin dall’insediamento del Consiglio, quando decidemmo di “aprire” alla comunità professionale i lavori dello stesso Consiglio e di prevedere una analoga possibilità per le Commissioni.

Comunità: è un concetto ricorrente nella storia dell’Ordine negli ultimi dieci anni, una vicenda che la tua presidenza ha contribuito a scrivere tenendo sotto controllo la bussola e la rotta.

Il richiamo all’opportunità di ispirare alla costruzione di “comunità solidali” la legge regionale sul sistema integrato – all’epoca in discussione e poi emanata con il n. 19 nel luglio del 2006 – è stato un altro passaggio importante, in una fase di statu nascenti di un Consiglio che ha segnato una netta e marcata soluzione di continuità con il passato.

Così come il convegno “Comunità in allestimento. Da una responsabilità etica condivisa ad un orizzonte dei fini partecipato” (Bari, 14-15 dicembre 2006), che di fatto ha inaugurato una nuova stagione di riflessioni ed occasioni di confronto, anche con mondi professionali diversi e su nuove tematiche. Con una anticipazione di alcuni anni rispetto alla “sperimentazione” della formazione continua e alla sua successiva definizione e regolamentazione normativa, come obbligo.

All’idea di comunità professionale e di crescita della comunità degli assistenti sociali si è di certo ispirata la tua azione e quella dei Consigli che hai coordinato: dalla continua innovazione del sito istituzionale alla creazione di uno staff della comunicazione e di un nuovo strumento di informazione e di dibattito, la rivista “InForma” (2007), fino alla recente decisione di approdare ad un social come facebook; dalle Assemblee provinciali all’istituzione di una short list per le collaborazioni; dalla progettazione e cooperazione con Soggetti autorevoli (Fondazione Zancan, IRS, Animazione Sociale, CARD Puglia, Associazione Carmela Giordano, …) alla creazione di una collana del Servizio Sociale con l’Editrice “la meridiana” di Molfetta; dalla sottoscrizione di tanti atti (Convenzioni, Accordi, Protocolli …) con la Regione, le Università, le ASL ed altre Agenzie/Enti, in materia di formazione, di supervisione dei tirocini, di sperimentazione e analisi delle politiche sociali, sino alla più recente istituzione della Fondazione per la “Formazione l’Intervento e la Ricerca per il Servizio Sociale”  (FIRSS, 2013).

Per non parlare dei tanti Convegni e momenti di riflessione, spesso realizzati con altri Ordini professionali (in particolare degli Psicologi ed Avvocati, dei Medici-Psichiatri e dei Criminologi …) e con la partecipazione di personalità autorevoli (Lia Sanicola, Ugo Ascoli, Duccio Guglielmo Minervini, Demetrio, Giuseppe Trevisi, Elena Allegri, Marilena Dellavalle, Alessandro Sicora, Franca Olivetti Manoukian, Luigi Gui, Luigi Colaianni, Elvira Zaccagnino, Tiziano Vecchiato, Paola Rossi, Franca Dente, Elisabetta Neve, Stefano Trasatti, Franco Floris, Carmen Leccardi, Annamaria Campanini, Francesco d’Angella, Roberto Camarlinghi, Savino Calabrese, Isabella Mastropasqua, Felice Dilernia …). O dell’adesione attiva al Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali e dell’uso di canali comunicativi inusuali (“Sole 24 ore” ed altri giornali, tv, facebook): esperienze, tutte, significative per dare voce e respiro al Servizio Sociale,  percepito non più come soggetto di assistenza e di assistenzialismo, ma come attore di policies di inclusione e promozione dei beni comuni.

Infine, non è possibile fare a meno di ricordare – in quel viaggio comune – le battaglie contro le violenze a le aggressioni a danno degli operatori e contro le forme “spinte” di esternalizzazione dei servizi essenziali da parte degli Enti Locali.

Senza tuttavia escludere la ricerca di nuove opportunità per i più giovani, dall’istituzione di un “registro dei tirocinanti” alla ricerca di opportunità lavorative, anche esplorando nell’ambito della libera professione strumenti nuovi come le Società tra professionisti.

Può sembrare meno rilevante, ma tutte le attività svolte ed i progetti realizzati sono stati accompagnati da uno sforzo costante negli anni per migliorare le condizioni di lavoro dello stesso Ordine, rafforzando la Segreteria ed individuando una sede più adeguata ed aperta alla comunità professionale, pur simbolicamente, con un bando di idee di opere d’arte per arredarla.

Si poteva fare di più? Potevi fare di più? Sono stati commessi errori? Hai commesso errori? Certo.

Né sono mancati nel gruppo dei viandanti scontri, vedute divergenti, conflitti.

Ma continuo a pensare che, in questi anni, la nostra comunità professionale non potesse avere Presidente migliore.

Grazie Beppe. Auguri.

Antonio[/learn_more] [learn_more caption=”da Paola Rossi – Past-President CNOAS”]

Ringrazio Beppe del lavoro intelligente, appassionato e responsabile svolto per e con gli assistenti sociali della Puglia , in questi anni in cui ha dignitosamente e con lungimiranza esercitato la carica di Presidente del CROAS.

Condivido con lui l’impegno verso una professione che abbia il senso della propria missione sociale e rilanci l’impegno per scelte politiche ricche di senso e di contenuti. .

Mentre auspico che a breve assuma la carica di Presidente CNOAS e guidi con la competenza e l’impegno fin qui dimostrati la professione, gli chiedo di sostenere e rilanciare le scelte di questo ultimo periodo, di motivare i colleghi non solo verso le pur giuste rivendicazioni, ma soprattutto verso  una riconferma di status  recuperando tutta la carica innovativa delle origini

Su queste tematiche sono e sarò convintamente al suo fianco.

Con i miei auguri e la stima di sempre.

Paola Rossi[/learn_more] [learn_more caption=”da Patrizia  Marzo – Presidente Fondazione FIRSS”]

Come sai, Beppe,

vedere, guardare e osservare non sono la stessa cosa: un passaggio continuo e circolare fra la mera funzione fisiologica di uno dei cinque sensi, l’attenzione all’oggetto veduto, l’analisi e la riflessione che seguono l’attenzione … sfumature. Si tratta di sfumature, che ci attraversano in ogni momento della nostra vita, che abbiamo interiorizzato al punto di darle per scontate.

Non sono le uniche sfumature che riguardano il vedere. Il vedere in sé è ricco di sfumature: possiamo pre-vedere qualcosa, intra-vedere oggetti che altri non vedono, qualcuno può risultare mal-visto o in-visibile, o, al contrario, si “stravede” per qualcun altro … sfumature, che facilmente possono trasformarsi in trappole.

Ma, certamente, la sfumatura simbolicamente più incisiva nella funzione del “vedere” è quella che riguarda la percezione dell’orizzonte, ossia la distanza fra la visuale, immediata e cogente, e la visione, che non è affatto una capacità comune. Almeno, non fra gli adulti.

La visuale riguarda il “qui ed ora”, la visione è esattamente il contrario: è il vedere “qualcosa che non c’è”, rimanda all’immaginare.

È questo, Beppe, che posso testimoniare di te: la capacità di immaginare, il tuo costante esercizio alla visione. Ed è forse, questo, l’unico terreno che ci accomuna, perché non avrò mai, ad esempio, le tue grandi doti di mediazione o la memoria di ferro che ti caratterizza o le tue capacità gestionali…

Spesso la visione e l’immaginazione sono le uniche strategie possibili per uscire dai pantani. Come è successo con il Consiglio dell’Ordine che hai ereditato dopo anni di immobilismo e, consentimi, anche qualche figuraccia di troppo, e dico questo proprio perché – consigliera anche in passato – sono nelle condizioni di fare paragoni.

Un Consiglio dell’Ordine che sei riuscito a portare ad alti livelli di propositività, innovazione, autorevolezza. Nonostante le difficoltà, i boicottaggi, le invidie: tutto fisiologico, perché proprio della natura umana. E, comunque, anche grazie a chi ti è stato accanto e ha condiviso con te “visuali e visioni” …

Un Consiglio regionale che lasci, quindi, molto migliore rispetto a come l’hai trovato e di cui beneficia tutta la comunità professionale (ricordo che quando ti sei insediato non era neppure prevista la partecipazione degli iscritti ai Consigli!)

E nella comunità professionale ci sono anch’io. E voglio dirti che la tua cifra “visionaria” ha beneficiato anche me, tantissimo. Talmente tanto che mi è difficile esprimerne la grandezza. Penso non solo a quanto ci hai insegnato sulla mediazione dei conflitti, sulla gestione di una struttura complessa come l’Ordine, all’apertura alla produzione scientifica e culturale della nostra comunità, attraverso la collana a noi dedicata dalla casa editrice “lameridiana”, nella quale è confluito anche il mio lavoro e della quale potranno beneficiare (spero molti) altri colleghi, alla collaborazione con gli Enti e le personalità politiche e amministrative del nostro territorio, in un confronto sempre trasparente, franco e alla pari.

Ma, soprattutto, penso alla Fondazione FIRSS, che tu hai perseguito con tenacia e pazienza e che ho l’onore di presiedere da pochi mesi. La Fondazione si sta connotando come una delle avventure più entusiasmanti ed “effervescenti” della storia della nostra comunità professionale, grazie alla straordinaria spinta a costruire dei colleghi che la compongono e di altri giovani colleghi che stiamo progressivamente reclutando, per dimostrare a tutti che si può investire sui giovani e farli sentire “a casa”.

Perché l’Ordine è la casa di tutti gli iscritti, aldilà delle differenze di opinioni, prospettive e visuali. Che, appunto, hanno bisogno della capacità di immaginare, hanno bisogno di una visione ampia e, talvolta, profetica, per crescere e progredire.

Antoine de Saint-Exupéry, nel suo Piccolo Principe, fa dire alla Volpe: “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” È con questo pensiero che voglio accompagnare la mia gratitudine e il mio personale augurio di buon proseguimento all’Ordine Nazionale, nella certezza che continuerai a guardare lontano.

Con affetto,

Patrizia[/learn_more] [learn_more caption=”da Pina Campanale – CAS Puglia”]

Caro Presidente Beppe,

quando ho appreso delle imminenti elezioni per il rinnovo del  Consiglio Nazionale dell’Ordine ho scommesso, ancora una volta, sulla quasi certezza di una tua elezione, anche se a discapito  dell’Ordine Regionale che, in tal modo, avrebbe perduto la presidenza più importante dalla sua istituzione.

Colgo l’occasione per ringraziarti per la guida straordinaria, da te effettuata con non pochi sacrifici di  tempo dedicato e, penso, soprattutto a  tutto quello che hai dovuto sottrarre alla tua famiglia.

Con indubbia preparazione culturale,  professionale e con le tue qualità umane,  hai portato  avanti,  per tutti questi anni, l’ordine professionale della regione Puglia, sapendo mediare le aspettative e i desideri di molti e le delusioni, spero poche, di noi colleghi.

Con un certo orgoglio, quale componente di un gruppo professionale, il CAS-Puglia, di cui anche tu sei stato espressione,  ho riposto, come tanti,   la piena fiducia sostenendo la tua candidatura per più mandati;  la scommessa è stata vincente !

Nell’esprimerti tutta la soddisfazione per il grande lavoro, per i risultati ottenuti e per i riconoscimenti che, a più livelli, sei riuscito a convogliare sulla ns. professione, ti auguro che  l’impegno futuro di componente del Consiglio Nazionale possa  darti e dare alla comunità professionale altrettante soddisfazioni.

Grazie e Buon lavoro

Pina Campanale[/learn_more] [learn_more caption=”da Rosa Chieco – Avvocato Resp. dell’Organizzazione “Fondazione Scuola Forense Barese””]

Caro Beppe,

in tempi di tweet, selfie e messaggi whatsapp sembra difficile e strano scrivere una lettera ad un amico, ma proprio perché ti considero un amico ritengo importante superare le restrizioni dei messaggi brevi a cui ci costringe la modernità per condividere insieme alcuni pensieri .

mi rende felice sapere che una persona capace ed animata d ideali come te potrà rappresentare a livello nazionale una professione estremamente delicata quale quella dell’Assistente sociale e sono sicura che ciò andrà a beneficio non solo dei tuoi colleghi ma anche degli utenti tutti.

Posso affermare ciò perché insieme abbiamo condotto battaglie innovative che hanno segnato una strada che in molti cercano di percorrere, altri solo di copiare, e , forse, l’unica cosa che mi rattrista è che il nostro Tavolo Permanente degli Ordini Professionali dovrà continuare senza la tua presenza.

Abbiamo iniziato insieme nel 2008 a proporre il dialogo tra le professioni, riconoscendoci entrambi nei nostri peculiari ruoli e chiedendo ai nostri colleghi di seguirci su questa strada ritenendola essenziale ai fini del superamento di una accesa conflittualità che non affligge soltanto i genitori separati ma un’intera società chiusa sulle proprie piccole posizioni e spesso incapace di mettersi in discussione. Tutte le iniziative pensate insieme e condotte insieme hanno sempre avuto come obiettivo il miglioramento di noi stessi e dei nostri colleghi per poter aiutare gli altri, e così, da una collaborazione professionale è nata l’amicizia che è, dal mio punto di vista, condivisione di valori, soprattutto in un’età lontana dall’adolescenza, dai suoi sogni e dalla sua ingenuità. Ritengo che anche noi adulti abbiamo bisogno di sapere che ci sono persone a noi vicine per una mera intesa ideale, che non siamo soli nonostante la durezza del mondo che ci circonda, per questo, quando sarai a Roma a rappresentare non solo i tuoi colleghi, ma anche tutte le persone che continuano a credere nella forza del lavoro quotidiano e nella possibilità di un mondo migliore, ricordato che non sei solo ma supportato da tutti  i tuoi amici e che tra questi ci sono anch’io.

In bocca al lupo!

Rosa Chieco[/learn_more] [learn_more caption=”da Giulia Cucumazzo – Presidente APS “Carmela Giordano””]

Sono stata invitata da una giovanissima collega, che ringrazio, a scrivere un mio pensiero sull’operato di Beppe De Robertis e alla sua candidatura al Consiglio Nazionale degli AA.SS.

Ritengo che questo passaggio sia doveroso per chi, come lui, ha sempre svolto la professione con impegno costante e passione e per il grande impulso che ha dato alla istituzione Ordine Regionale della Puglia.

Si è sempre preoccupato ed occupato, con enormi difficoltà, di restituire e incrementare la dignità, l’appartenenza e la crescita professionale dei  circa 3500 colleghi iscritti a nostro Ordine.

Ha sempre messo in luce la “caratteristica identitaria” del nostro Ordine e non solo come istituzione ma come organismo attivo, condiviso, al servizio della Comunità Professionale, utilizzando nuove modalità di rapporto del Consiglio con l’esterno, improntata  alla massima apertura e trasparenza ( ad esempio, testimonianza di tale modalità è l’aver deliberato la concessione dell’utilizzo della sala consigliare dell’Ordine per lo svolgimento di riunioni di organismi statutari dell’Associazione “ Carmela Giordano” nata come “pensatoio e laboratorio” dove ridefinire “spazi e ruoli ” di una professione in continuo divenire).

Particolare attenzione ha posto anche al tema della formazione universitaria ipotizzando percorsi accademici sempre più adeguati alle esigenze professionali e corrispondenti alle nuove competenze di ruolo nell’attuale panoramica delle politiche sociali, evidenziando, così, la necessità di rafforzare, nell’intero ciclo formativo, la presenza di insegnanti di Servizio Sociale, fortemente penalizzati, da attribuire ad Assistenti sociali non particolari competenze didattiche e scientifiche.

Avendo anche registrato come la professione stesse vivendo un momento delicato e, quindi, soggetto ad un arretramento di posizione, si è impegnato ad attuare azioni, in maniera unitaria e sinergica, con istituzioni e associazioni presenti sul territorio.

Sempre pronto a stipulare patti/accordi e protocolli operativi con i rappresentanti di altre professioni, difendendo gli spazi  propri del Servizio Sociale Professionale, definendo la professione di A.S. fondamentale nei servizi alla persona.

Carissimo Beppe, tutte le componenti della APS “C. Carmela Giordano”, formulano un augurio di buona fortuna per la candidatura al Consiglio Nazionale, certi che riuscirai a condividere con tutta la Comunità Professionale, di circa 45000 A.s. italiani, programmi per produrre un  ulteriore salto di qualità della professione, che pur essendo oggi al massimo di riconoscimento giuridico, manca di numerosi tasselli, necessari a sostenere l’azione di competenza e responsabilità dovute sia dalla leggi che dalle norme deontologiche.  (Necessità di una disciplina organica della professione di A.s. e A.s.  specialista che, pur essendo profili con competenze diverse, come ben evidenziato in normative precise, non sono ancora recepite dalla funzione pubblica).

Un grazie infinite per le tue eccellenti competenze professionali messe a disposizione anche del comitato scientifico della APS  “Carmela Giordano” che, sicuramente, rimarranno patrimonio di chi dovrà  prendere il tuo posto alla guida del Consiglio Regionale.

Con stima e affetto.

Giulia Cucumazzo[/learn_more] [learn_more caption=”Tiziano Vecchiato – Presidente Fondazione “E. Zancan””]

Grazie a Beppe De Robertis

Di fronte alle difficoltà ogni professione è chiamata far leva su quello che ha di più prezioso e vitale: i propri principi e valori. Sono i fondamenti della teoria e della pratica professionale. Beppe De Robertis ha affrontato questa sfida. Non poteva essere ridotta ad azioni di contrasto verbale alle difficoltà politiche, economiche e gestionali che caratterizzano l’attuale recessione di welfare, al sud come al nord. Sta diventando recessione di umanità, perché i più deboli non ricevono aiuto professionale necessario per affrontare le sfide della vita. L’Ordine degli assistenti sociali pugliesi ha dedicato molto al confronto e al dialogo, per valorizzare il pensiero e le capacità della professione e alimentare la fiducia, in una stagione difficile, dove il welfare è diventato degenerativo, in balia di diritti senza doveri. Non è in grado di contrastare la deriva dei trasferimenti senza servizi, non scoraggia il prestazionismo incapace di trasformazione professionale. Per questo è stato necessario investire nei principi, nei valori e nei fondamenti del servizio sociale. È stata la scelta migliore. Il Consiglio dell’Ordine in questo modo ha creduto nel futuro, lo ha prefigurato negli incontri di studio, nelle pubblicazioni, dando voce alla professione per valorizzare le sue potenzialità, investendo in un welfare che da assistenziale può diventare generativo.

Tiziano Vecchiato[/learn_more]

Ultimo aggiornamento

14 Dicembre 2015, 09:17