L’assistente sociale ruba, non ruba, deve rubare i bambini – l’Ordine scrive al Procuratore della Repubblica di Bari

Data:
9 Agosto 2017

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Prot. 1931/is/2017
 
Bari, 9 agosto 2017 
via mail/pec

Al Sig. Procuratore della Repubblica

presso il Tribunale di BARI

Ai Sigg.ri Presidenti e Sigg.ri Procuratori della Repubblica

presso i Tribunali per i Minorenni BARI – LECCE – TARANTO

Al Sig. Presidente della Regione Puglia

Al Sig. Assessore al Welfare della Regione Puglia

Al Sig. Garante per i Diritti dell’Infanzia della Regione Puglia – BARI 

Ai Sigg.ri Prefetti della Puglia – LORO SEDI

Al Sig. Presidente dell’ANCI Puglia – BARI 

Agli Organi di Comunicazione – LORO SEDI

 

“L’assistente sociale ruba i bambini?” è il titolo di un libro famoso di Stefano Cirillo e Maria Vittoria Cipolloni, 
che indaga lo stereotipo – ampiamente diffuso – dell’assistente sociale “ladro di bambini”.
 
Il dilemma, tipico delle situazioni di tutela dei minori in cui operiamo – fra la richiesta al Giudice di allontanamento dalla famiglia del bambino esposto ad una condizione (accertata o a grave rischio) di maltrattamento/abuso, e lo sforzo di garantire il diritto alle radici, ai legami naturali – è insito nella legge:  
“1. Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia.” (l. 184/1983).

Ed è stato rafforzato negli anni:
“Art. 1. – 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.” (l. 149/2001).
 
Certamente questo diritto è/deve essere sempre subordinato al principio assoluto della salvaguardia dell’integrità e del benessere psicofisico e sociale del bambino. Ragione per la quale non è raro che le/gli assistenti sociali segnalino al Tribunale per i Minorenni
le situazioni di grave maltrattamento o di incuria, proponendo l’allentamento del bambino/dei bambini dalla famiglia.
Ed i dati disponibili mostrano che la Puglia è, da questo punto di vista, in linea con le medie nazionali. In proposito, il recente documento
“Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza nei confronti delle persone minori per età” (che pone la Puglia all’avanguardia su questa tematica), evidenzia:

“La percentuale relativa al numero complessivo dei minori seguiti in Puglia dai Servizi Sociali (4,7%) non si discosta dalla media nazionale ma risulta essere sensibilmente più alta rispetto alla percentuale registrata dall’indagine nazionale per le regioni meridionali. Infatti, dall’indagine nazionale emergono delle differenze importanti rispetto alle aree geografiche, con un progressivo decremento della presa in carico dei minori scendendo da Nord (6,3%) verso Sud (3%), con il Centro che registra una percentuale del 4,4%. Questo dato sembra rilevare una maggiore capacità dei Servizi Sociali pugliesi di intercettare e prendere in carico i minorenni in stato di disagio rispetto a quanto accade nelle altre regioni meridionali.” (p. 56) 

Quindi, nonostante una cronica carenza di operatori (ancora oggi vi sono Comuni in cui le/gli assistenti sociali mancano e, nella quasi totalità dei 258 Comuni pugliesi, sono del tutto insufficienti) e nonostante l’esiguità della spesa nazionale per il Welfare – se si escludono i settori della previdenza, che assorbe il 20-21% del PIL nazionale, e della sanità, che si attesta sul 7%, la spesa sociale dei Comuni (per interventi a favore di minori, madri nubili, famiglie, anziani, poveri, ex-detenuti, ex-tossicodipendeti, disabili, immigrati, multiutenza, ecc.) non rappresenta neanche lo 0,5% del PIL! – il lavoro svolto dai Servizi Sociali e Sociosanitari merita grande rispetto.

È, per le contraddizioni in cui versa in nostro Welfare, un caso paradossale di eccellenza!

Forse il Procuratore ha ragione.
Di certo è diffusa la prassi da parte dei Servizi alla segnalazione dei casi trattati ed “in carico” al Giudice Minorile e non alla Procura.
Ma ciò non vuol dire che manchino le denunce e le segnalazioni. Peraltro, nelle situazioni più complesse e conflittuali, i Servizi lavorano
in stretto contatto con le Forze di Polizia. 

Che tutti debbano/dobbiamo fare di più, cominciando da una comunicazione più efficace e produttiva, è fuori discussione.

Cordiali saluti

Antonio Nappi – Presidente 

 

 

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Ultimo aggiornamento

9 Agosto 2017, 20:32